Sono ovunque: ci scrutano dagli scaffali del supermercato, dalle vetrine dei negozi, si nascondono persino tra i rami dell’abete natalizio; i loro occhi gialli lampeggiano dai ciondoli, dai vestiti, sulle borsette. Negli ultimi anni gufi e civette sembrano essere il motivo decorativo peferito da grandi e piccini: e pensare che la maggior parte di noi, a parte pochi fortunati, non li ha mai visti nel loro ambiente naturale; nella migliore delle ipotesi conosciamo il loro caratteristico richiamo notturno, e le numerose leggende e dicerie popolari che circondano la misteriosa figura di questi rapaci.
Eppure le prime rappresentazioni iconografiche degli strigiformi risalgono già a trentamila anni fa, e allocchi e civette sono sempre stati, nei secoli, tra gli uccelli più ritratti, scolpiti, xilografati, anche da artisti celebri come Hieronymus Bosch, Goya, Magritte e Picasso.
Hieronymus Bosch, dettaglio dal Trittico del Giardino delle delizie
Il motivo di tanto interesse, costante del corso del tempo? Forse è dovuto alla particolare forma della testa di questi rapaci, gli unici ad avere gli occhi di fronte come gli esseri umani, che ce li rende “affini” e quindi “intelligenti”, oppure alle misteriose abitudini notturne e alla capacità di vedere al buio, da cui deriva la fama sinistra di amici delle streghe e messaggeri di sventura.
Streghe e gufi…
L’interessante libro di Desmond Morris Le civette illustra storia, mito e curiosità del mondo di gufi e civette. Con numerosi riferimenti letterari, pittorici ed etnografici scopriamo il mutare della considerazione avuta dagli strigiformi nel corso del tempo e dello spazio; da simboli di saggezza e sapienza nell’antica Grecia a esseri demoniaci abitatori dei cimiteri in epoca medievale, fino a buffi animali comparse in film e libri per l’infanzia oggi.
civetta delle nevi
Una sezione è dedicata alle curiosità e alla classificazione delle numerose specie esistenti, anche se alcune a rischio di estinzione, in ogni parte del globo. Scopriamo così che anche i grossi rapaci notturni vengono vessati dal mobbing da parte degli altri uccelli, anche di piccole dimensioni, se, feriti o in difficoltà, hanno la sventura di trovarsi da soli durante il giorno: un fenomeno bizzarro già notato da Plinio nella Naturalis Historia e dagli illustratori dei Bestiarii medievali. Una lettura consigliata a tutti coloro che sono incuriositi da allocchi, barbagianni, gufi, civette e desiderino tutelarne e riscoprirne la vera natura, al di là di raffigurazioni commerciali e stereotipate.