Magazine Opinioni
1. E' un dato di fatto che siamo in presenza del classico "ribaltone" politico, operato per di più a danno degli elettori: ci si era presentati alle elezioni coalizzati con Sel, certificati dal "popolo delle primarie", lacerati nella discussione se andare o meno con Monti e ci ritroviamo al governo nientedimeno che con Silvio Berlusconi. Può anche andar bene, ma non è quello che ci avevano detto (fino a ieri) né quello per cui avevamo votato (tutti!). Si chiama "tradimento" della volontà degli elettori.
2. Dicono che Sel, se non fosse stata alleata del Pd, con il suo 3,2% non sarebbe entrata in parlamento. Certo, poi diciamo anche che il Pd senza quel 3,2% sarebbe arrivato sicuramente secondo, praticamente a pari merito col terzo, ed oggi sarebbe la forza marginale del trittico politico (e avrebbe 1/3 di parlamentari in meno, i quali devono ringraziare anche gli elettori di Sel).
3. 2/3 degli italiani hanno votato "contro" la politica e la cultura (e l'incultura) del berlusconismo, di cui Berlusconi è parte ma non è il tutto. Ci troviamo con Berlusconi trionfatore unico assoluto.
4. Se i parlamentari del Pd avessero votato Rodotà, avremmo un prestigiosissimo presidente della Repubblica (andate a guardarvi l'intervista a "che tempo che fa" e deliziate le orecchie) ed avremmo un vero governo del cambiamento al quale i deputati del M5S non avrebbero potuto non sostenere. Questo, al netto del cinismo e dell'infantilismo politico per il quale "se lo proponi tu, non te lo voto io".
5. Si poteva giocare all'attacco e proporre come presidente Zagrebelsky (quarto in graduatoria dopo Rodotà), alla quinta votazione ci sarebbe stata probabilmente una convergenza dei voti del M5S.
6. Se i 101 "infami" del Pd che non hanno votato Prodi, padre fondatore del Pd, (infami che il segretario del Pd Arcore ha giustamente definito "serpi" in un assemblea pubblica, ed è stato subito corretto a qualche intervento di distanza con un "...non esageriamo...") forse è vero che Prodi non sarebbe passato comunque alla quarta votazione (per una decina di voti) ma avrebbe avuto la forza per essere riproposto alla quinta votazione e lì si sarebbe sicuramente aperto un canale con M5S e con Scelta Civica.
7. Con Prodi non avrebbe mai visto la luce un governo col Pdl; senza Prodi era possibile un'alleanza col Pdl; chi ha affossato Prodi (i 101 del Pd) voleva esplicitamente un governo col Pdl. E' lapalissiano!
8. Nel Pd, il governo Letta/Berlusconi, c'è chi non lo digerisce, chi lo maldigerisce, chi lo manda giù bene e chi ne è entusiasta. Questi ultimi, è evidente, non vedevano bene l'elezione di Prodi che avrebbe spento il loro "entusiasmo". Sappiamo quindi dove andare a cercare i 101 "infami", stante le considerazioni del punto 7.
9. Questo governo è sostanzialmente un monocolore democristiano, sia che lo si ritenga un bene, sia che lo si ritenga un male. Apparte Orlando, la Bonino e forse qualcun altro, il resto della compagnia, nella vita precedente, votava per la Democrazia Cristiana. Letta è l'emblema perfetto dello stereotipo democristiano. Invece di professare il "governo del cambiamento", si poteva professare il "governo del Gattopardo". In ogni caso, anche al netto dell'orripilante alleanza con Berlusconi, una persona che ha i propri valori di riferimento a sinistra, non può esserne contenta.
10. E' ovvio che all'interno ci siano persone degnissime e capacissime (per addolcire la pillola, anzi, la supposta) ma, in sostanza, è un governo che un tale Silvio Berlusconi può decidere di far cadere in qualsiasi momento e, per la proprietà transitiva, è un governo che non potrà mai prendere provvedimenti che vadano contro gli interessi di Silvio Berlusconi (e a favore degli interessi degli italiani).
11. Il refrain unanime è "giunti a questo punto, non c'è alternativa". Falso, falsissimo! Napolitano ha detto in sostanza che non c'è bisogno di inventarsi palle e formule astratte, questo è un governo politico, basato su un programma politico e non ha un tempo di vita predeterminato (ed ho visto ex comunisti, di paese, tutti di un pezzo, perorare la causa ed entusiasmarsi alla prospettiva del governo con Berlusconi, roba da non crederci...).
L'alternativa si chiamava governo non politico, a tempo determinato, che faceva la legge elettorale, un paio di provvedimenti economici urgenti e ci riportava alle elezioni ad ottobre. Questa alternativa era praticabile (ed auspicabile), chi l'ha scartata lo ha fatto perché "voleva" il governo politico con Silvio Berlusconi (ed ho visto occhi ex comunisti, di paese, brillare emozionati, roba da non crederci...).
12. C'è una grandissima parte degli (ex?) elettori del Pd (probabilmente la maggioranza) che pensa più o meno queste cose; c'è una parte minoritaria ma coraggiosa dei deputati del Pd che ha gridato ad alta voce queste cose ed è stata subito minacciata di espulsione (persino dal marito del Ministro Di Girolamo, tale Boccia, delfino di Letta, che è noto alle cronache solo per aver perso per due volte le primarie in Puglia contro Vendola, l'ultima volta con un imbarazzante 73% a 27%).
13. Questa minoranza di deputati Pd (perché la maggioranza ha già apprezzato la comodità della poltrona...), il cui capofila è Pippo Civati, al di là che alla fine votino la fiducia (condizionata) o meno, ritengono (per ora) che sbattere la porta e saltare su qualche zattera di passaggio non sia utile e renda questa lotta marginale dato che, nel giro di qualche mese, ci sarà il congresso
14. In questo congresso prevarrà una linea politica e quella linea condizionerà l'operato e la vita (e, speriamo, la morte) di questo mostruoso governo papocchio.
15. Per ora nel Pd ha trionfato la linea di quelli che volevano esplicitamente un governo con Silvio Berlusconi; si può stare ancora nel Pd (si può, ancora) battendosi, nel proprio piccolissimo, affinché nel congresso prevalga la linea di chi non vuole governi con Silvio Berlusconi perché ha una visione della politica e della vita "alternativa" (non complementare) al berlusconismo.
Punto non numerato:i processi contro Silvio Berlusconi vanno avanti; alla prima condanna tutti i punti testè argomentati non varranno più una cippa (come le alleanze e le promesse del Pd in campagna elettorale...).
A meno che a quel punto il Pd non si schieri come un sol partito (Pd con la elle) in difesa di Silvio Berlusconi e contro i giudici.
Ma in quel caso non ci sarà più alcun problema, Hammamet è un posto abbastanza grande e confortevole da poter accogliere tutti i traditori e tutti gli infami.
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