La testimonianza della guerra per procura attuata in Siria diviene evidente e certificata in questa assemblea generale delle Nazioni Unite (a mio parere la prima con una grossa rilevanza mondiale sul dramma siriano) quando i battibecchi tra i due presidenti americano e russo celano uno scaricabarile del tutto sintomatico.
Il dramma dei 5 milioni di profughi ha iniziato a spaventare quando sono incominciati a comparire nelle strade di Monaco, Vienna e Budapest.
In Libano erano già segregati un milione e 200 mila (su una popolazione di 4 milioni), in Giordania 650 mila, in Turchia un milione e 900 mila, in Egitto circa 135 mila e in Iraq circa 250 mila. Quelli importanti però sono in Europa e sono circa 300 mila.
La risonanza mediatica dell’Assemblea Generale ripropone le coalizioni che hanno portato allo sfacelo e all’inerzia di una situazione catastrofica ancor prima del Califfo sanguinario.
La libanizzazione della Siria con enclave racchiuse in se stesse a farsi la guerra era già cominciata con i colloqui di pace di Ginevra I ed è proseguita con Ginevra II (febbraio 2014), ma ancora non esisteva un nemico comune (lo Stato Islamico) e soprattutto un problema comune (i migliaia di profughi o rifugiati, chiamateli come volete, che arrivano nel cuore dell’Europa).
Finchè erano in guerra civile, la comunità internazionale si è posta l’unica soluzione di armare Bashar Al Assad o l’altra contro di lui ed attuare quella che Putin e Obama non troppo velatamente nascondono, guerra per procura. La situazione attuale è causata sicuramente dal crollo dello Stato e dall’insicurezza di una nazione assorbita in una condizione di povertà e miseria che non aveva mai conosciuto, ma anche e sopratutto da colpe esogene di attori solo “chiacchiere e distintivo”.
Mi viene il volta stomaco a vedere i due leader delle più grandi galassie militari e politiche, in teatrino, a sparlare e a scuotere la testa di fronte all’ennesimo fallimento. Afghanistan, Iraq, Libia, Ucraina per non parlare dei fallimenti africani, Somalia, Sudan, Mali e Repubblica Centrafricana, ma la lista potrebbe essere ancora lunga.
Le Nazioni Unite come peritoneo degli escrementi della comunità internazionale è veramente un modo di costruire le relazioni internazionali da gabinetto del realismo geopolitico.
La miseria e la disperazione del popolo siriano forse hanno incominciato a nauseare anche nazioni ben lontane dal dramma. La loro fuga forse sarà la salvezza della loro nazione perchè finalmente chi conta si è accorto di loro.
LA GUERRA PER PROCURA IN SIRIA