Appena ho iniziato a esplorarlo, la mia riflessione è stata “sembra un gigantesco smartphone con uno schermo da 20 pollici”. Microsoft ha preso il sistema Windows Phone, presente nella serie Lumia della Nokia e nei prossimi tablet di nuova fabbricazione, e l’ha adattato al mondo dei personal computer.
Il concetto che sta alla base del progetto Windows 8 è di ridurre la distanza che separa il mondo dei pc da quello dei dispostivi touch. Mossa strategica dettata dall'evoluzione del mercato: si vendono molti più tablet e smartphone che pc. E’ proprio l’elevato grado di interattività e di coinvolgimento a determinare il successo (di vendite) dei dispositivi touch. Replicando lo stesso livello di “usability” nei pc si cerca (e si spera) di rilanciare un prodotto che ha perso tutto il suo appeal.
E’ la realtà dei fatti a dare ragione a questa impostazione. Quante volte vi capita di incrociare anziani, adolescenti e bambini che, in metro o in treno, consultano assorti il proprio smartphone o giocano con il proprio pad? La gente oramai sceglie i prodotti touch e le aziende si adeguano offrendo articoli con le stesse caratteristiche. Tutto ciò ha una forte ripercussione nel ripensare le tecnologie offerte alle persone: molti prodotti sono escogitati per racchiudere in sé le stesse caratteristiche di usabilità e consumabilità insite nei tablet. Ciò determina un passo ulteriore verso la realizzazione di un mondo tecnologico sempre più touch. Già oggi possiamo, come in Minority Report, consultare e gestire dati attraverso parti del nostro corpo e senza la mediazione di altri periferiche come il mouse o il joystick.
Se, come previsto, Microsoft integrerà la funzione Kinect all’interno di Windows 8, ogni parte del nostro corpo potrà diventare un mezzo d’interazione con il virtuale. L’intero nostro corpo assumerà la connotazione di una vera e propria interfaccia. Nessun altro oggetto potrà interporsi tra noi e il mondo virtuale.
Forse fra dieci anni la tecnologia sarà così avanzata che potremmo entrare nei pc anche con la mente. Allora anche le mani saranno oggetti inutili. Il corpo sparirà e ci sarà un’unione diretta tra mente e virtuale. Vi immaginate: potremo sederci e bere un caffè virtuale con Kevin Flynn e Thomas Anderson? Matrix non sarà un’utopia e, in certo senso, raggiungeremo uno stato ulteriore di consapevolezza: il Nirvana.
Ps: questo articolo è stato scritto mentre ascoltavo la colonna sonora di Tron Legacy.