Proseguo il mio viaggio alla ricerca delle mie origini e rivedo le fotografie dei sei fratelli maschi del mio papà più lui, un Antonio giovane e ribelle. Il primo è il più bello dell’allegra brigata Schianchi: Eugenio Schianchi, viso da “schiaffi”, strafottente, latin lover, narciso ed arrogante, dispettoso con tutti! Uno di quegli uomini belli e dannati che ai giorni nostri, sarebbe meglio evitare, care amiche! Quando mio padre era in guerra ( ha fatto i 6 anni della II guerra mondiale, senza sconti..) lo zio Eugenio che ho conosciuto bene, andava per Langhirano dicendo che era lui il marito di mia mamma! Effettivamente vedrete più mia madre che era di una bellezza stupefacente, una di quelle attrici dei film muti di quegli anni. Ella però, tenace e caparbia non gradiva molto gli scherzi e un giorno gliene fece lei uno di quelli pazzeschi…Proseguiamo con la seconda foto di Oreste Schianchi, figlio sfortunato perchè fu costretto dal padre/ padrone/patriarca, mio nonno Giovanni, a sposare Maria, una giovane del paese. All’epoca parecchi matrimoni erano combinati e questo fu uno di quelli. Il nonno non volle sentire ragioni e le nozze furono celebrate: ma a che prezzo! Non ebbero figli e anni dopo Oreste, innamorato perso di un’altra ragazza tale Carmela, che mio nonno vedeva come il fumo negli occhi, si impiccò nella stalla della casa padronale.Un suicidio per amore vero e proprio, pensate un pò: per colpa di un genitore e di tempi dove nulla o poco era concesso ai figli! Oggi sarebbe forse impensabile un matrimonio combinato qua da noi al Nord, ma nel Meridione non so bene come avvenga ancora tra fuitine e altro! La terza foto raffigura Ugo Schianchi, in divisa e cappello da bersagliere. temperamento agitato e focoso, mi diceva mio padre, nonostante il viso che appare serio e quasi timido…Nella quarta Francesco Schianchi, detto Chiccone, viso aperto e gioviale, simpatico. Mi pare d’averlo visto quando ero piccina solo un paio di volte, ricordo che amava la “sopressata” salume tipico di Langhirano fatto da sempre dai miei avi e prodotto ancor oggi, da mio cugino Schianchi Giovanni, nelal sua azienda agricola.
Finalmente arriva il mio papà, Antonio Schianchi, l’ultimo dei dieci, quello non amato da alcuni fratelli, quello che perse la sua mammina a otto anni. Era schernito e calciato da quelli più grandi come un giocattolo vecchio e puzzolente, non era amato dai maschi, solo le sorelle femmine lo accudivano. Una in particolare lo crebbe. Fu costretto ad “emigrare” nel Reggiano in anni tremendi per un Parmense e per di più democristiano convinto. Voleva dire tornare in guerra un’altra volta per lui venire ad abitare in uno dei psoti più comunisti e cattivi (a quei tempi) di tutta l’Emilia Romagna. Non ho mai capito perchè con tanto mondo che abbiammo, proprio a Reggio Emilia, doveva venire ad abitare! Lo accoltellarono verso il 1952, con un attentato preparato a tavolino in “una cellula rossa” di san Rigo. (paesino attaccato a Rivalta…)Rischiò di morire dissanguato, ma non era ancora la sua ora e questo non è il post giusto per raccontare anche quell’episodio che finì sui giornali dell’epoca. Nel 1948 e con moglie e figlia dovette andare via da Langhirano. In questa foto era in uniforme da soldato davanti ad una caserma nel periodo in cui fu fatto prigioniero dagli Americani. Aveva al polso un orologio che portò a casa a mia madre, l’unico orologio che gli ho mai visto al polso! Ha una bella faccia da schiaffi anche lui, non sembra nemmeno biondo ma pare uno “scugnizzo” invece era molto chiaro come colori. Che fosse in Tunisia a quei tempi? Era un gran seduttore e aveva in ogni posto una donna, mille donne da portarsi a letto, ma solo una per tutta la sua vita: donna Bianca!Arrivo agli ultimi due buontemponi, i giocherelloni della nidiata, quelli sempre pronti a ridere e bersi un buon bicchiere del vino che loro stessi producevano. Abbiamo da sin: Ivo Schianchi, il quale non ebbe figli, accanto a Biagio Schianchi. Sono in abbigliamento da lavoro nei campi, rimasero sino alla morte ad abitare nella casa madre a case Schianchi (Langhirano, PR) la restaurarono e fecero i contadini per tutta la loro vita, li vediamo accanto ad una seminatrice oserei dire “d’epoca”! Vorrei rendere merito allo zio Biagio e mettere la foto di lui in divisa quando era a militare. Accidenti sembra un colonnello delle SS con quegli stivaloni neri! Qua secondo me c’era poco da scherzare. Indagherò…e il prossimo capitolo lo dedicherò alle tre sorelle femmine, le ziette: Alice, Dirce e Concetta. Non posso non chiudere il mio ricordo senza questa composizione di quattro foto: Antonio, Bianca, Giuliana, Fabiana. Lui in divisa, pettinato e baffetti, lei con la camicetta di quando si sposò, Giuly in una foto posata nello studio fotgrafico di Artioli, l’abitino fatto con stoffa da paracadute ed infine….una tenerezza di pagnotta al latte. Una piccola fabianina di undici mesi che cercava di stare appoggiata al muro (mi hanno detto…) per non cadere. Mi somiglia?