Si parla tanto di lavoro, soprattutto di quello che non c’è o non c’è più. Trovare lavoro non è mai stato difficile come in questo momento, mi rendo conto, ma credetemi: anche chi deve dare una prima scrematura ai curriculum inviati ha i suoi bei problemi.
Io, ad esempio.
Se è vero che chi è preposto a questo ruolo in genere impiega circa otto secondi a leggere un cv e a scartarlo (Sarà una leggenda? Sarà verità? Restiamo sul vago, manteniamo un alone di mistero) , è anche vero che i casi umani passano tutti da qui.
Dopo la prima puntata, ecco ancora altre cose da non fare assolutamente se volete essere richiamati per un colloquio
Studi non finiti
Non è un peccato non aver terminato un corso di studi, non è un disonore non aver terminato l’Università, ci mancherebbe. Ma non ce lo scrive, per cortesia. Ci fai una brutta figura, sembri una persona che molla davanti alle difficoltà e non dai una bella prima impressione. Non ci scrivere nulla, bello di zia, o al massimo scrivici che stai ancora studiando (se non ha 50 anni, ovvio).
Problem solving de’sta cippa
Va molto di moda, più o meno dall'avvento degli yuppies, scrivere nei curriculum parole senza senso in inglese. la preferita in assoluto dall'italiano medio è problem solving.
Ora, cosa mi dovrei aspettare da te, candidato molto molto esperto in problem solving? Che se mi si fulmina il neon dell'ufficio me lo sai cambiare? Che se mi si spezza un'unghia mi sai rifare il gel? Che salvi i gattini che non sanno scendere dagli alberi? Che se finisce il toner della fotocopiatrice ci pensi tu? Ecco, ora che lo dici, in effetti, a guardarti meglio sei uguale a Clarke Kent.
Meritocrazia
I telegiornali li guardiamo tutti, vero? E si parla moltissimo di meritocrazia, la cui mancanza sono perfettamente d'accordo essere uno dei problemi maggiori dell'Italia attuale. Ma tu, candidato mio, non puoi scrivere che credi nella meritocrazia e che fino ad ora sei stato vittima di abusi e angherie dai tuoi attuali e precedenti datori di lavoro. Non ti renbde figo, non ti rende simpatico, ma soprattutto dai l'impressione di uno che piange in un angolo quando il bullo a ricreazione gli ruba la merenda.
Bridge&burraco
No, ma è bello che tu abbia hobby, interessante. Ma il fatto che tu sia campione indoor di burraco dal 2008 e che ora ti dedichi con passione al bridge come esperienza di vita non aumenta le tue possibilità di ottenere un colloquio.
Anzi.
Una foto parla di te.
Ho già detto che non sono fanatica delle foto nei curriculum, ma se la metti deve essere la foto giusta. Tu, signora cinquantenne che metti una foto in canottiera con le tette rifatte in bella mostra, che mi vuoi dire? E tu ragazzetta che mi mandi un selfie in cui sei chiaramente stesa sul letto e nuda, che mi vuoi dire? Ma soprattutto, tu che mi guardi con uno sguardo che Dexter sembra il placido postino di Fargo, mi stai minacciando?
Invocare Dio o peggio la speranza
Non mi piacciono i cv in cui il candidato si getta in panegirici sulle sue caratteristiche personali (attitudine a lavorare in team fa il paio con problem solving, IMO) e sulle attitudini che ritiene di avere. Ma pregare Dio che gli faccia ottenere un posto di lavoro è patetico, invocare la speranza di migliorare la sua vita, ridicolo.
Ma il più odioso di tutti è lui: il manager di successo. Per sua stessa definizione, sia chiaro.
Rampante persino nella fotografia (dove troneggia un voluminoso riporto), manda un curriculum per un ruolo inferiore, sciorinando tutte le retribuzioni lorde annue dal 1998 ad oggi, elencando premi ed incentivi ricevuti con cifre esatte manco fossi il fisco e millantando CUD da guiness dei primati. Ma soprattutto scrive il curriculum di tre colori diversi, evidenziando in giallo le parti che (lui) ritiene più interessanti.
Che faccio... archivio?????