In questi giorni si è parlato molto di una pena esemplare inflitta ad uno stupratore seriale egiziano, condannato a 122 anni di reclusione, ridotti a 22 perché il codice penale italiano non prevede pene superiori ai 30 anni. Si parla come un esempio di civiltà, ma sappiamo tutti che ci sono donne che da anni attendono giustizia, tra cui Marinella stuprata cinque anni fa a Montalto di Castro da alcuni coetanei che non hanno fatto nemmeno un giorno di carcere e sono stati difesi pure dal sindaco che voleva pagagli le spese processuali perché “loro sono innocenti, solo i rumeni violentano”. Una storia molto simile a quella accaduta a Marinella ma che è passata in sordina come spesso avviene quando lo stupratore è italiano. Due ragazze minorenni, ottobre scorso, sono state violentate ad Acquapendente (Viterbo) da un gruppo di ragazzi italiani. Le ragazze, una russa e una norvegese, si trovavano in Italia per motivi di studio. Il racconto è agghiacciante:
“Abbiamo visto i ragazzi che ci hanno salvato da un tipo che ci molestava, questi giovani sono dalla mia città, la cittadina in cui vivo ha seimila abitanti, è molto piccola e tutti si conoscono, quindi non ho avuto timore ad accettare il passaggio ed andare in macchina con loro.. Erano in cinque. Siamo saliti in macchina, il conducente guidava a velocità elevata, ma poi hanno incominciato a molestarci, abbiamo cercato di urlare, di aprire la porta in qualche modo, ma è stato tutto inutile.. La musica era forte. Guidavano ad alta velocità e poi si sono fermati nel bosco e ci hanno violentate, dopo si sono diretti verso la città, l’hanno ripetuto e, si può dire, che ci hanno buttate fuori dalla vettura nei pressi di casa”
Le due ragazze che hanno trovato il coraggio di denunciare l’accaduto si sono viste stigmatizzate da tutto il paese che si è schierato dalla parte dei suoi violentatori, come è successo a Marinella. Il paese l’accusa di essere consenzienti, sostenendo di essere facili costumi in quanto straniere e in particolare verso Angelina a causa dei luoghi comuni che gli italiani hanno delle russe e del sessismo sessuofobo degli italiani verso le donne che vivono liberamente la propria sessualità. Questi luoghi comuni sono stati diffusi dagli uomini italiani che vanno spesso nell’Europa dell’Est a scopo di turismo sessuale, dove le donne russe sono spesso sessualmente più libere al confronto delle italiane. Non stupisce che in un contesto dove la libertà sessuale è appannaggio maschile, lo stupro e le molestie sono frequenti quanto normalizzate.
Secondo le leggi italiane le ragazze attendere il processo per alcuni mesi e poi rivivere in aula lo stupro, quando la difesa dei giovani tenterà di sostenere che lei era consenziente, come spesso accade qui in Italia, paese dove le donne violentate vengono lasciate sole. Per fortuna che le comunità-russa e norvegese-sostengono le due ragazze.
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