Magazine Cinema
Tutto il tempo del mondo ruberei. Per levartelo d’intorno, per non farti invecchiare. Vederti così. Sempre. Nei miei occhi chiusi, bagnati, ancorati a questa primavera tua che volgarmente altri chiamano sorriso. E ti bacerei all’istante prima che le tue labbra possano schiudersi in un ‘però’ in un ‘ma’ o in un ‘perché’ inutile come questo abbaiare lontano. A chi abbai cane? Nessuno dà peso al tuo richiamo.