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Tutto in una notte

Creato il 21 febbraio 2016 da Kelvin
TUTTO IN UNA NOTTE
L'ho detto tante volte e non mi stancherò mai di ripeterlo: i film ci aiutano a vivere meglio. Non so se la felicità esiste davvero, ma serate come quella a cui ho partecipato lunedì scorso ti ci fanno arrivare molto, molto vicino. Era una serata che aspettavo con ansia e che non ha tradito le attese: d'altra parte, come si può restare delusi dalla visione di due capolavori assoluti come il Nosferatu di Murnau e Il Gabinetto del Dottor Caligari di Wiene? Sono i simboli dell'Espressionismo, il manifesto di un cinema, di un'epoca, di un'avanguardia culturale (forse) irripetibile. Ma sono, soprattutto, due film meravigliosi, incredibilmente attuali, che dopo quasi un secolo di vita sono ancora capaci di sorprenderci per la loro modernità. E rivederli sul grande schermo, riportati al loro antico splendore dallo straordinario restauro de La Cineteca di Bologna, è una di quelle piccole cose per le quali vale davvero la pena vivere...
TUTTO IN UNA NOTTEL'idea (geniale) è stata quella del cinema d'essai del mio paese (e facciamolo pure il nome, il Cinema Garibaldi di Poggibonsi): programmare i due film non separatamente, ma proiettarli uno dopo l'altro in una "Notte Espressionista" creata per l'occasione, preceduti da una vera e propria lezione di cinema organizzata dagli infaticabili ragazzi de L'Arsenale delle Arti di Colle Val D'Elsa, che hanno fornito al numerosissimo pubblico presente (impensabile per un lunedì sera in una cittadina di provincia) la chiave di lettura per godersi appieno queste due chicche cinefile. Di cui adesso dovrò per forza dire due parole... non mi permetto assolutamente di chiamarle recensioni, in quanto è impossibile dire qualcosa di nuovo su due film già analizzati, sviscerati, sezionati e studiati da moltitudini di esperti e appassionati nel corso dei decenni. Sono più che altro considerazioni, impressioni maturate durante e dopo la visione, che mi va di condividere con i lettori di questo piccolo blog.

TUTTO IN UNA NOTTEIL GABINETTO DEL DOTTOR CALIGARI
(Das Cabinet des Dr. Caligari)
di Robert Wiene (Germania, 1920)
con Conrad Veidt, Werner Krauss, Friedrich Feher, Lil Dagover
durata: 75 minuti
La cosa che più impressiona del "Caligari" è, ancora oggi, l'incredibile modernità della narrazione: il film ha una trama complessa, strutturata, che ti inchioda alla poltrona dal primo all'ultimo fotogramma. Vi assicuro che dopo dieci minuti di visione avrete completamente dimenticato che state guardando una pellicola quasi centenaria! Una struttura narrativa rivoluzionaria per i tempi: si parte con un flashback (novità assoluta per l'epoca), si finisce con un colpo di scena finale poi ripreso milioni di volte negli anni a seguire... innumerevoli infatti gli omaggi, le citazioni, se non i veri e propri "plagi" di questo film immenso: Tim Burton ha "modellato" il suo personaggio di Edward Mani di Forbice sul volto di Cesare (il sonnambulo protagonista del Caligari), Martin Scorsese in Shutter Island ha ammesso gli enormi debiti nei confronti del film di Wiene, perfino Dario Argento, il padre dell'horror italiano, si è ispirato a questo film per le scenografie di Phenomena, che ricordano davvero tanto quelle, famosissime, distorte e ingannevoli di Caligari.
TUTTO IN UNA NOTTEInutile dire che questo è uno di quei film che vanno visti obbligatoriamente al cinema, anche perchè è davvero difficile da reperire sia in home-video che sul web in versioni di qualità accettabile: su Youtube ne circola una versione infima, con le didascalie in inglese e tagliata di quattro minuti, per non parlare delle tante edizioni in dvd, più o meno legali, che si possono trovare sugli scaffali impolverati delle videoteche e che sono per la maggior parte dei pessimi riversamenti dalle vecchie vhs al nuovo supporto. Ma, davvero, niente di paragonabile a quanto abbiamo visto in questa nuova, scintillante riproposizione...
Impagabile, infatti, soprattutto per questo film, il restauro curato da Immagine Ritrovata per conto della Cineteca di Bologna: il lavoro ha riguardato, perlappunto, in massima parte le scenografie (le vere protagoniste del film), che sono state fatte rivivere nei colori originali e ripulite con pazienza certosina. Il risultato finale lascia a bocca aperta per la nitidezza dello sguardo e la fedeltà alla versione originale: pare davvero di respirare o, meglio, di sentirsi "soffocare" da una pellicola, oggi come allora, allucinata e inquietante, le cui atmosfere da incubo fecero da apripista al genere horror e rappresentavano alla perfezione l'allegoria di una nazione distrutta dalla crisi e che, di lì a poco, sarebbe caduta nell'incubo del nazionalsocialismo.
TUTTO IN UNA NOTTENOSFERATU IL VAMPIRO
(Nosferatu, eine Symphonie des Grauens) 
di Friedrich Wilhelm Murnau (Germania, 1922)
con Max Schreck, Gustav Von Wangenheim, Greta Schroeder, Alexander Granach
durata: 94 minuti
Mi inca...volo sempre parecchio quando, ciclicamente, nelle classifiche dei "più grandi registi della storia del Cinema" compaiono sempre i "soliti noti" (Welles, Hitchcock, Chaplin, Kubrick...) e quasi mai il nome di Friedrich Wilhelm Murnau: colpa, forse, del ricordo sempre più sbiadito delle sue opere (molte delle quali andate perdute) e di pseudo-critici che non tengono conto dell'enorme sproporzione dei mezzi tecnici disponibili in base alle varie epoche.
Prendete proprio Nosferatu: nel 1922 il cinema era agli albori, e certo la tecnologia di allora permetteva una milionesima parte di quello che è possibile fare oggi con la cinepresa. Eppure, ve lo assicuro, c'è più inventiva, genialità, sperimentazione in questa singola pellicola che, per dire, in tutta la filmografia di Tarantino... anche perchè, non vogliatemene, Tarantino è uno straordinario "citazionista", mentre Murnau non "citava" nessuno: lui inventava davvero, e con quali risultati!
TUTTO IN UNA NOTTEBasti pensare alla celeberrima scena della carrozza che accompagna Hutter al castello: Murnau non riusciva a girarla di notte, così ricorse a uno stratagemma tanto semplice quanto geniale, ovverò girò la scena di giorno e poi la riversò su pellicola in negativo, creando un effetto spettrale e angosciante, dove si vede la carrozza avanzare in mezzo a una foresta di alberi bianchi e gelidi, nella notte nera come la pece. Oppure, come dimenticare la "rigidità" di Nosferatu, il suo avanzare "a scatti", il suo alzarsi dal sarcofago senza piegare la schiena: Murnau s'inventò i primi "ralenti" della storia, diminuendo manualmente la velocità della macchina da presa e snaturando l'effetto del movimento. E, ancora, il famosissimo "gioco d'ombre", dove si vede l'ombra del vampiro salire le scale e stagliarsi sul muro, sequenza poi ripresa in futuro da decine e decine di altri cineasti. Insomma, si può dire che Murnau inventò i primi "effetti speciali" della storia della Settima Arte!
TUTTO IN UNA NOTTEInoltre, a quei tempi con il cinema difficilmente si guadagnava... e Murnau non aveva i soldi per pagare i diritti d'autore alla vedova di Bram Stoker. Cosi la lavorazione stessa di Nosferatu si trasformò in un film dentro al film (poi, tra l'altro, realizzato davvero, nel  2000, col titolo L'ombra del vampiro). A nulla valsero i  tentativi di Murnau per evitare la denuncia di plagio (un nuovo titolo, da Dracula a Nosferatu, il cambio dei nomi dei protagonisti, lo spostamento dell'ambientazione dai Carpazi alla Germania): la vedova di Stoker vinse la causa e i giudici condannarono il regista alla distruzione di tutte le copie esistenti: per fortuna il provvedimento non fu applicato alla lettera e Murnau riuscì a conservare le bobine originali del film, salvando di fatto uno dei più grandi capolavori di sempre.
Esistono innumerevoli "leggende" sul film, tutte più o meno affascinanti: la più famosa riguarda il protagonista principale, cioè l'attore tedesco Max Schreck (il cui nome significa, letteralmente, "massimo terrore"!). Si narra perfino che fosse un vampiro vero, che arrivasse sul set solo dopo il calar del sole e non toccasse mai cibo... in realtà era un attore teatrale con già un buon numero di film alle spalle, ma la sua adesione totale al metodo Stanislavskij contribuì ad alimentare la leggenda. Quello che è certo è che la sua faccia e le sue movenze, incredibilmente spaventose, avrebbero lasciato un impronta indelebile per sempre, diventando una delle icone più celebri della storia del cinema.
 

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