Natale è sempre più vicino e nei momenti in cui riesco a pensarci non solo come festa e regali mi trovo a riflettere sul fatto che tutto sia iniziato da un bambino. Non scriverò un post teologico, non ne avrei mai l’autorevolezza. Semplicemente mi piace ricordare che tutto, Cristianesimo, storia del Cristianesimo, Natale, riti, messe, catechismo, tutto è iniziato dalla nascita di un bambino. “Bella forza” direte voi, “come poteva andare diversamente?”. Poteva essere un saggio, un angelo, una semplice voce. Invece è arrivato un bambino. In questi giorni sono tante le immagini di bambini che abbiamo davanti, non dico i nostri, ma quelli che ci viene chiesto di non escludere dai nostri pensieri: sono i bambini della Siria, i bambini che muoiono di fame, quelli che non vanno a scuola, tutti quei bambini che hanno bisogno di aiuto e a volte non sanno chiederlo. Sembra lontano tutto questo, vero? In questo momento il maggiore dei problemi legati ai nostri bambini sembra la scelta tra un gioco e un altro. “Dopo tutti gli acquisti di Natale, se avanza qualcosa, lo daremo in beneficienza.” Arrivati a questo punto dovrei essere già riuscita a farvi arrabbiare abbastanza, perchè quando si toccano i soldi o l’idea del Natale perfetto è come entrare in un campo minato. Metto anche il carico da 40, già che ci sono. Fate beneficienza e non ditelo, ma guardate anche i vostri di bambini. Io non sono una mamma perfetta, non sgrido nessuno perchè sono la prima a sapere quanto sia complicato fare il genitore. Vi posso dire che mi è stato regalato questo libro e mi ha lasciato tanti pensieri.
“Alice nel paese dei diritti“, di Lodi, Novara, Valentinis (ed. Sonda). Lo capite benissimo dal titolo: parla di diritti dei bambini. Sono molte le occasioni in cui si cerca di sensibilizzare genitori e insegnanti su questo argomento. Sembra sempre qualcosa di lontano, che non tocca noi. “Io mio figlio non lo picchio, anzi gli ho comprato il gioco che voleva, quindi sono a posto” mi sembra di sentire una delle tante frasi di chi non si mette mai in discussione. E’ vero che se non li picchiate siete a posto, ma vi garantisco che nel libro c’è una parte che fa veramente male a un genitore. E’ una sezione di lettere, scritte da bambini in occasione di un laboratorio. Raccontano le loro paure, i desideri traditi, quanto si sentono soli in certe occasioni in cui i genitori li credono autonomi. Quanti esempi comuni! che a leggerli uno si gira verso i propri figli e gli vorrebbe chiedere se è vero anche per loro.
In questi giorni siete “potenti”, siete dei Babbo Natale che realizzano desideri espressi e segreti. Pensate proprio a tutti i desideri, non solo a quelli che si comprano. E’ un diritto di un bambino anche ricevere cure e se per qualche motivo non ci sono, uniamoci almeno a chi le chiede, alle associazioni che lo fanno e facciamo una voce più grossa. E’ un diritto dei bambini anche sbagliare o avere paura, ma serve una mano adulta vicino che aiuti. Quando parlo di bambini, intendo proprio tutti: i nostri, quelli vicini e quelli lontani.
Il libro è molto bello perchè racconta i diritti dei bambini con una favola. Ci sono delle proposte di attività e un aiuto per comprendere la carta dei diritti.
Per questo Natale, cercate un piccolo spazio di tempo in cui chiedervi se qualcuno ha bisogno di voi oppure fate questo esperimento: vi sedete in poltrona, stampate un mezzo sorriso e allargate le braccia. Vedrete che qualcuno arriva a farsi coccolare, a raccontarvi qualcosa dal profondo del cuore. Se invece passa qualche buon tempone che vi prendete per matti, rispondetegli che lo ha detto Daniela di farlo, quella della scuola in soffitta e state aspettando che il Natale passi di lì. Ma io so che arriva prima un bambino.