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Presentato con successo a Cannes nel 2014, arriva da noi solo ora, anticipato da recensioni strepitose, come quella di un noto critico che sentenzia: «Vi farà piangere dalle risate». Ecco a dire il vero il film non suscita nemmeno una risata, non l’ha suscitata né a me né a nessun altro in sala, il che rende la recensione del suddetto critico del tutto fuorviante se non addirittura mendace. Ma in realtà è più preoccupante il fatto che una commedia non faccia ridere nemmeno un po’. Eppure siamo di fronte a una commedia brillante che vorrebbe richiamare alcuni classici della screwball comedy che hanno fatto la fortuna di Hollywood decenni e decenni fa.
Bogdanovich ha cominciato a lavorare negli anni ’60
quando questo genere era ormai sul viale del tramonto. Suo il film Ma papà ti manda sola? Con Barbra
Streisand e Ryan O’Neal. Poi nei successivi decenni il regista ha diretto
sempre meno film, fino all’inaspettato ritorno dietro alla macchina da presa
con questa pellicola che ricorda tantissimo Woody Allen: non solo New York, la
psicanalisi, le citazioni cinefile, perfino la fotografia, i personaggi e le
musiche sembrano uscire direttamente da un film del regista di Midnight in Paris, del quale tra l’altro
condivide il protagonista.
A mancare sono però le battute che hanno fatto la
fortuna dei film di Woody Allen.
Tutto può accadere a Broadway resta una commedia
degli equivoci, molto hollywoodiana, perfino sofisticata, ben recitata, che
però non lascia nessuna traccia e nessun momento di autentico divertimento.
Peccato, perché a Hollywood manca da troppo tempo una buona commedia billante.
Bogdanovich, che riesce comunque a trasmettere il suo amore per il genere,
costella il film di citazioni e riferimenti, nonché di cameo gustosi, su tutti
quello di Quentin Tarantino.
VOTO: 6,5
