Anno: 2013
Distribuzione: Lucky Red
Durata: 104′
Genere: Commedia drammatica
Nazionalità: USA
Regia: John Carney
Data di uscita: 16 Ottobre 2014
Forte di un Premio Oscar vinto nel 2008 con Once per la Miglior Canzone, John Carney ci riprova a unire musica e romanticismo nel suo nuovo film Begin Again – Tutto può cambiare. Ma se Once nella semplicità propria di un film low budget dal taglio volutamente documentaristico è riuscito a diventare un gioiellino cinematografico tanto da ottenere il placet di Steven Spielberg, il più patinato Begin Again non ricalca, seppur provandoci, l’intimismo splendente del precedente lavoro del cineasta.
Greta (Keira Knightley) è una compositrice pressoché sconosciuta che ha deciso di seguire il suo fidanzato (Adam dei Maroons) a New York per restargli vicino durante l’ascesa della sua carriera da musicista. La fama improvvisa del ragazzo mette a durissima prova il rapporto della coppia e, nel bel mezzo della crisi, compare all’orizzonte della vita e della disperazione di Greta Dan (Mark Ruffalo), un produttore discografico a un passo dal fallimento che cerca in tutti i modi di convincere la donna a lavorare per lui.
Per le strade di una New York della quale il cineasta irlandese non riesce a cogliere l’essenza si sviluppa la narrazione di una romcom come tante, fatta di amori, rotture e crisi personali, che è resa ancor più melensa e inutilmente melodrammatica dalla sua protagonista, la cui commiserazione perpetua rende insopportabile l’intero lungometraggio che, se non si fosse troppo soffermato sulle lagne di Greta, avrebbe potuto essere anche una dignitosa opera mainstream, forte sia di un’eccellente colonna sonora che di un Ruffalo che, lontano dalle grinfie della Marvel, sa regalare al pubblico sempre grandi interpretazioni.
Con Tutto può cambiare Carney, nel tentativo di raccontare con armonia l’anima sbandata di contemporanei perdenti e la loro lotta per non rimanere nel girone infernale degli ultimi, non ha fatto altro che vendere la sua arte a quel diavolo dello show business de-umanizzando completamente il suo cinema in nome del vil denaro e dell’ancora più vile popolarità.
Sandra Martone