Magazine Diario personale

Tutto quello che non leggerete su Friuli Doc

Da Marcopress @gabbianone

Tema: Friuli Doc.
Premessa: La foto non c’entra niente ma fa ridere.
Svolgimento: Friuli Doc, come noto, è una m. Tutte le cose che si possono fare poeticamente, il popolo le concentra in quattro giorni. Si agita. Vuol fare tutto in fretta. Bere, mangiare, vomitare.
Il nodo è che invadono gli spazi di noi cittadini che, ogni giorno, beviamo, mangiamo, non vomitiamo.
Alziamo il Pil.
Friuli Doc è un’invasione barbarica. Ieri mattina il nostro ufficio in San Giacomo era chiuso. Appendevano cavi, improvvisavano fusti, gestivano ipotesi di afflusso. E noi, periferici.
Ieri sera (posto che è notte, non giacché, ma nel senso di postare), mentre scrivevo l’ultimo pezzo scoprendo che il wi-fi di millanta bar era un’ipotesi, emergeva che la birra piccola, ma nemmeno tanto, valeva 4 euro. Ma, se ti affacciavi lì dove ti conoscono, i prezzi scendevano, non poco.
Da Masè, locanda meravigliosamente attiva, ma che alzò il lamento del (fantastico) Piccolo di Trieste – «Anche il “cotto” finisce in mano friulana» -, si beve e si mangia meglio che altrove. Bicchiere a 1 euro e crostino “di riva giù”. Pubblicità per chi merita.
Friuli Doc vive, ancora, perché chi lo contesta, da non meno della terza edizione, non è destruens, sennò sarebbe leghista, ma construens, per fortuna non è del Pdl. Friuli Doc vive perché, sul lato destro guardando la Chiesa in San Giacomo, c’è Belen. Quante ve ne devo raccontare perché Friuli Doc, parodia di sé stesso, abbia un senso.



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