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Tv batte cinema

Creato il 18 gennaio 2012 da Tiziana Zita @Cletterarie

Tv batte cinema: Downton Abbey
Il direttore della televisione pubblica australiana si è scusato pubblicamente per il mancato acquisto della serie Downton Abbey che è andata in onda su una rete privata ed è stato il successo dell’anno.
Ideata, scritta e prodotta da Julian Fellowes, premio Oscar per la sceneggiatura di Gosford Park, è la serie drammatica di maggior successo in Gran Bretagna, dal 1981 a oggi. E’ stata realizzata con il budget altissimo di un milione di sterline a episodio. Ma sono stati soldi spesi bene, visto che a Hollywood si è portata a casa sei premi Emmy per la miglior regia, sceneggiatura, costumi, attrice non protagonista (Maggie Smith!), miglior miniserie, etc. Inoltre ha vinto il Guinnes World Record come serie più acclamata dai critici.
Trasmessa dal network ITV, il principale canale privato inglese, ogni episodio è stato seguito da dieci milioni di spettatori! 

Tv batte cinema: Downton AbbeyCome in Gosford Park, al centro della serie c’è una grande e ricca dimora inglese, dove i nobili vivono a stretto contatto con la loro vasta servitù, composta da camerieri, valletti, cuochi e maggiordomi. E’ il 1912 e su tutti domina una rigida gerarchia.
La musica bella e incalzante ci trascina, fin dai titoli di testa, in una ricostruzione storica  impeccabile, con una grande cura dei dettagli, dei costumi e degli ambienti. E poi da una scrittura drammatica, ma piena di humour, scaturiscono dialoghi indimenticabili. Gli attori fanno a gara a chi è più bravo. Ogni parte, anche la più piccola, “è affidata a un attore che sembra nato per quel ruolo” e il risultato è uno straordinario affresco corale. Maggie Smith è dotata di un’ironia folgorante e ogni sua battuta è una perla.
Fellowes e il team di produzione hanno passato sei mesi a visitare ville e castelli per poi tornare a Highclere Castle che era esattamente quello che Fellowes aveva in mente. Lo aveva già proposto ad Altman per Gosford Park, ma il regista aveva rifiutato a favore di uno più vicino a Londra.

Tv batte cinema: Downton Abbey
Matthew Crawley, il nuovo erede

Il conte di Grantham è sposato con una ricca ereditiera americana che gli ha permesso di mantenere la sontuosa dimora di Downton Abbey. Il conte e la contessa di Grantham hanno tre figlie femmine, la maggiore delle quali è promessa ad un cugino che erediterà il titolo e la proprietà. Ma il cugino Patrick muore e la bella Mary non ha più nessun diritto, visto che l’eredità si trasmette solo per linea maschile. Improvvisamente diventa erede di questa straordinaria fortuna e del titolo, un lontano cugino che neanche conoscono e che fa l’avvocato in un piccolo villaggio inglese…
La prima serie, di sette episodi da un’ora, parte dal 1912 e arriva fino alla scoppio della Prima Guerra Mondiale, mentre la seconda, di otto episodi, arriva fino alla fine della guerra.
In Italia Downton Abbey è passata alla chetichella su Retequattro. La serie campione d’ascolti ha raccolto un misero 5 per cento di share e neanche un milione e mezzo di spettatori a puntata. Forse ci sarebbe voluta una vetrina più importante e un più incisivo battage pubblicitario per annunciarla al grande pubblico televisivo.
Julian Fellowes, che non aveva mai scritto una serie tv prima di questa, spiega: “C’è qualcosa di intrigante in un gruppo di persone che vivono in una così stretta intimità e con aspettative tanto diverse”. Gente divisa da rigide regole sociali condivide una profonda intimità. Sopra e sotto, i personaggi sembrano divisi da una barriera invalicabile, Upstairs, Downstairs – per citare un’altra fortunata serie inglese – ma in realtà il sotto e il sopra si mescolano più di quanto appaia: i due gruppi sono strettamente legati e partecipano gli uni alle vite degli altri.

Tv batte cinema: Downton Abbey

Downton Abbey è una soap opera?

Gli ingredienti ci sono tutti. Gli intrighi e gli “origliamenti”, le linee narrative intrecciate, i trucchi e i cliff. Non ha linee verticali, ma solo orizzontali, ovvero le storie raccontate non si esauriscono nella singola puntata, (come in Colombo, o il Dr.House) ma seguono le vicende dei protagonisti. Questi sono numerosi e raggruppati in grossi gruppi sociali e generazionali proprio come nella soap. E poi ogni personaggio ha una sua storia, una sua linea narrativa, e dall’intreccio di tutte le linee nasce la narrazione collettiva.
La soap però è rozza e viene vista soprattutto per la trama. E’ rozza nell’indagine psicologica: i suoi personaggi sembrano tagliati con l’accetta e sono poco credibili. Viceversa qui abbiamo un prodotto molto ricco, bellissimo da vedere e raffinato in tutti i sensi, sia nel racconto, che nell’approfondimento dei personaggi che sono tanti, tutti diversi e magnificamente delineati. I caratteri sono sfumati. E poi la contrapposizione delle classi sociali non è una prerogativa esclusiva della soap ed è tipica del melò (la ragazza che resta incinta e viene abbandonata).

Tv batte cinema: Downton Abbey
Lady Cora Crawley, Contessa di Grantham

Perché piace alle donne?

Perché ti trasporta in un’atmosfera in cui c’è amore e rispetto per la donna, in cui ci sono dei gentiluomini.
Dopo la morte del turco, il cugino Matthew va da Lady Mary e le dice: “Sono venuto perché eri molto triste” fregandosene del fatto che lei sta male per un altro. Nella stessa occasione, Lord Grantham chiede al maggiordomo di stare vicino alle cameriere perché il fatto può averle turbate.
Queste relazioni uomo-donna non esistono più. L’uomo era preposto alla protezione della donna che veniva corteggiata e portata in palmo di mano, con grande soddisfazione di entrambi, visto che il corteggiamento è la migliore forma di interazione fra i sessi.
Rispettosissimi della forma, ogni parola sembra scelta accuratamente per arrivare a esprimere un sentimento con la paura di osare troppo e con l’attenzione a non mancare di rispetto. C’è romanticismo nel coccolare un rapporto, nel prolungare l’attesa che lo nutre. Anelare è ancora meglio che raggiungere. E’ l’essenza del corteggiamento, l’attesa carica.
Dramma e ironia: sempre alla morte del giovane turco, stroncato da un attacco di cuore, la contessa madre Violet, interpretata dalla vecchia e rugosa Maggie Smith, dichiara sdegnosa: “Nessun inglese si sognerebbe di morire in una casa non sua!”

Tv batte cinema: Downton Abbey
Lord Robert Crawley, Conte di Grantham

La serie raccoglie l’eredità di Jane Austen, delle sorelle Brontë, di Orgoglio e pregiudizio e di Quel che resta del giorno. C’è onore e rispetto nella gerarchia dei camerieri: il senso del dovere e il senso di orgoglio nel fare il proprio lavoro. Questi non erano in grado di farsi una famiglia ma il lavoro dava senso e onore alla loro esistenza.

Tv batte cinema: Downton Abbey
Lady Violet Crawley, Contessa di Grantham

Perché piace agli uomini?

“Mi piace l’intensità delle passioni. La grande importanza di piccoli accadimenti. Una forchetta messa male diventa un caso. Non c’è bisogno di urlare, di esagerare come nella fiction nostrana. I personaggi sono impec-cabili ma nascondono grandi passioni. Ad esempio Mary, così elegante e apparentemente fredda, ma con quegli sguardi… la nonna poi è pazzesca”.
Altro commento maschile: “E’ l’epoca in cui scricchiolano i privilegi. E’ molto “sopposo”. Mi piace lo zoppo. Però preferisco Breaking Bad perché c’è più degrado”.
Viceversa, un giornalista del Guardian dichiara: “Odio Bates! (lo zoppo) Lo so che sono in minoranza. Ma trovo quel misto di deferenza e bigotteria, insopportabile. E’ un verme”.
Ho invitato a cena degli amici a cui ho fatto vedere il primo episodio di Downton Abbey con effetti di dipendenza immediata. Se li sono divorati e non so più quante volte li ho rivisti. Ora però per la terza serie ci toccherà aspettare fino a settembre.


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COMMENTI (2)

Da  La Stamberga Dei Lettori
Inviato il 19 gennaio a 09:31
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Preciso: Ottocento e primo novecento.

Da  La Stamberga Dei Lettori
Inviato il 19 gennaio a 09:25
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"Rispetto per la donna" nell'Ottocento? Mah. In quale romanzo o serie tv? Certo non nella realtà.