Ieri sera mi sono imbattuta in un programma TV agghiacciante.
Otto ragazzotti, 4 uomini e 4 donne, disinvoltamente definiti tamarri, alle prese con il lato bon ton della vita.
Chi ha pensato al format di questa trasmissione andrebbe denunciato per discriminazione: se si comincia a etichettare le persone in base all'istruzione ricevuta, all'ambiente di provenienza, a come si vestono, a come si comportano a tavola è un meccanismo che può anche passare inosservato, può anche apparire divertente, ma di fatto è pericoloso.
A breve mi aspetto un programma sul pensionato, allora, e sull'incredibile avventura di arrivare a fine mese.
L'ho guardato per una decina di minuti il tempo di notare le ragazze estremamente vistose e i ragazzi che nei bicipiti hanno riposto ogni ambizione per il futuro. Insieme sembravano un gruppetto spaesato, vociante e soprattutto con niente da dire.
Poi ho girato canale e una nota rappresentante istituzionale diceva che chi non è su dagospia, chi non è nella rubrica Cafonal, non conta niente e il potere logora chi non ce l'ha.
Ma è perchè è estate o mi è sfuggito qualcosa?
Donna Letizia si rivolterebbe nella tomba.
"La vera signora si veste con sobrietà. Sa che la parola chic è l'opposto della parola provocante (...) se ha una silhouette marcata ... rinuncerà a seguire la moda alla lettera, cercherà di indovinare una volta per tutte il suo stile ... se ne scosterà il meno possibile. Potrà rifarsi variando accessori e dettagli".
Regoletta aurea, che chissà che fine ha fatto.