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"Kung fu Panda", prima dell'avvento di Dragon Trainer, era il film simbolo della Dreamworks, in quanto capace di unire successo e qualità. Ora, il sequel non sembra essere la notizia più interessante, nè c'è la medesima attenzione al franchise. Il primo film è un concentrato dei tipici elementi Dreamworks, con molte risate, spigliato, adattissimo ai bambini, facilmente vendibile, ricco di citazioni, e con dei personaggi "moderni", facilmente identificabili e un protagonista spiccatamente amorevole, un panciuto panda di nome Po. Il Kung Fu è la scelta narrativa che crea il contrasto più dissonante tra la figura del panda inetto, imbranato, e la sua capacità di apprendere la famosa arte. Il film divaga troppo sul'ineluttabilità del destino e, in qualche punto, sfiora la banalità, ma si lascia guardare, anche se è più la forza del personaggio a dominare sulle semplici figurine che gli stanno intorno, altri allievi della scuola. C'è qualche gustosa provocazione, ma alla fine il prodotto non ha un minimo di cattiveria e forza eversiva. Carino. Nulla di più.
Su Italia 1 alle 21,10