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Twittare troppo fa male! E ce lo dice Biz Stone

Creato il 25 febbraio 2012 da Franzrusso @franzrusso

Prima si diceva che Facebook faceva male, ora è la volta di Twitter. Ma stavolta a dirlo è proprio il co-fondatore del popolare sito di microblogging, Biz Stone. E tale affermazione arriva proprio nella settimana in cui Twitter ha raggiunto il traguardo dei 500 milioni di utenti

Biz Stone, co-fondatore Twitter

Appena sbarcato in Italia, ma si verificò anche in altri paesi, la prima cosa che si cominciò a dire di Facebook è che facesse male. E questo durò per un pò di tempo, vuoi perchè il fenomeno era talmente nuovo e non si riusciva a spiegare la tanta popolarità che conobbe immediatamente quindi si disse subito che faceva male, senza andare in fondo, cosa che si sta cominciando a fare in questo periodo. Su Twitter questa riflessione, se vogliamo definirla così, non è mai stata sollevata. Anzi nessuno ci ha mai pensato. Ma a sorpresa a sollevare il problema è proprio il co-fondatore, Biz Stone, che a una conferenza a Montreal ha detto che “twittare troppo non è salutare”.

 

Secondo Stone non è il caso si stare sempre connessi su Twitter, “basta cercare quello che si vuole e poi pensare di fare altro“, sostenendo anche che molti utenti si sarebbero lamentati, paradossalmente, dell’elevato grado di coinvolgimento a cui porta Twitter, facendoti stare connesso per ore. Però, conclude Stone sempre alla conferenza di Montreal dove partecipava, “ovviamente ci fa piacere che veniate più spesso“.

Ora, prima di tutto va sottolineato il tempismo con cui arrivano queste affermazioni. Proprio nella settimana in cui Twitter raggiunge, in anticipo sulle previsioni che si erano fatte, il traguardo dei 500 milioni di utenti registrati. In Gran Bretagna la notizia è stata paragonata a quando Gerard Ratner, famoso gioielliere britannico, nel 1991 disse che i suoi gioielli era una “m….”, provocando rovinose conseguenze. Non è il caso di Twitter e Biz Stone, ma certo è curioso che queste affermazioni vengano fatte in questo momento.

 

Altra cosa da sottolineare è che difficilmente uno arriva su Twitter e poi esce quando ha trovato quello che cercava. Twitter funziona in maniera diversa, non è Google. Su Twitter l’utente ci arriva per approfondire, conoscere, essere informato, creare conversazioni dirette. Di certo non si comporta con esso come ci si comporta consultando un motore di ricerca. Il grado di coinvolgimento è diverso e la durata di una connessione non può essere prevista, tanto meno nel caso specifico. Forse Stone parlava in generale? Forse sarebbe stato meglio. Di sicuro su Twitter non ci sarà l'”effetto Ratner”, Ma certo è veramente curioso.

E voi che ne pensate? Secondo voi twittare molto fa male? E voi come lo usate? Raccontateci il vostro punto di vista!

 

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