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Twitter e Facebook: propaganda per il regime nord-koreano

Da Pocheidee

 

Twitter e Facebook: propaganda per il regime nord-koreano

Solo propaganda per adesso, ma pare proprio che uno dei paesi più chiusi alla diffusione delle piattaforme sociali e di internet libero più in generale, come la Corea del Nord, stia aprendo uno spiraglio all'uso di due tra i social network di maggior successo, Twitter e Facebook.
 
Come dicevamo si tratta di propaganda sono infatti resi pubblici contenuti e i video ispirati al "patriottismo", che muovono pesanti critiche alla Corea del Sud e agli Usa e parole di apprezzamento al "Caro leader" Kim Jong-Il. Ma se uno dei regimi più chiusi del mondo sbarca su Twitter e su YouTube si potrebbe forse parlare di "punto di svolta".
Questa apertura è stata accolta accolta favorevolmente dall'amministrazione americana, come commentato dal portavoce del Dipartimento di Stato americano, Philip Crowley, sul suo account di Twitter, che ha sottolineato: "Noi ce ne serviamo per collegare, informare e discutere". E la speranza degli Stati Uniti è che la connessione al Web possa contribuire a far raggiungere le informazioni anche in uno dei regimi più isolati al mondo. Ma, vista la stretta di Pyongyang, sono ancora pochi i nordcoreani che hanno accesso alla rete.
Si contano oltre 80 video già caricati. In uno, in particolare, in lingua inglese e della durata di 6 minuti, si tessono le lodi del leader Kim Jong-il, definito "il Generale mandato dal cielo".
"Il Governo della Corea del Nord ha aderito Twitter, ma è disposto a permettere ai suoi cittadini di restare anche collegati?", ha chiesto ancora Crowley. I cambiamenti non saranno certamente introdotti da un giorno all'altro, anche se, "una volta venuti a conoscenza della tecnologia non la si può arrestare. Basta chiedere all'Iran". Twitter e altre Web community avrebbero infatti aiutato i dissidenti iraniani a distribuire video, messaggi e informazioni lo scorso anno per organizzare manifestazioni di strada contro il Governo.
Sarà questa la nuova strategia americana per esportare la democrazia o la webdemocrazia? Permettetemi di commentare che è comunque meglio di una guerra.

 


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