Nell’ebook “Narrativa in 140″ caratteri si spiega come i primi tentativi di raccontare delle storie su Twitter siano stati fatti da scrittori che, dopo aver incassato il rifiuto di un editore, hanno cercato un modo alternativo di veicolare al pubblico il proprio libro.
Pensandoci non sarà stato semplice dover rivedere magari centinaia di pagine, estrapolarne frasi da 140 battute al massimo, racchiudere in un limite così stretto senso e significato di un’intera storia. Un lavoro di taglia e incolla che costa molta sofferenza a qualsiasi scrittore, pubblicato o meno.
E chissà quale sarebbe stata la reazione di questi “pionieri della Twitteratura” se avessero saputo allora dell’esistenza di Tweet A Book, un’applicazione che in pratica automatizza l’intero procedimento in pochissimi secondi.
E’ stata sviluppata dall’italiano Gabriele Alese, esperto di editoria digitale, specializzato in servizi IT per gli editori. Ecco come la descrive:
L’utilizzo quindi è molto semplice, basta caricare un file ePub sulla pagina Tweet-a-book.alese.it e cliccare invio.
Per ottenere Tweet specifici è possibile anche inserire determinate parole chiave, che l’applicazione andrà poi a ricercare all’interno della struttura in XHTML.
Infine, non dovete fare altro che scegliere tra quelli proposti i Tweet più interessanti ed incisivi, quelli che potrebbero ottenere più citazioni o RT, e rilanciarli dalla stessa applicazione tramite l’icona che riporta il logo di Twitter.
Ho testato Tweet a Book proprio con “Narrativa in 140 caratteri” e questo è il risultato.
E’ un modo semplice e veloce di promuovere il vostro libro sui social, ma mi chiedo: è ancora Twitteratura?