Twitter sfida Google News e diventa aggregatore

Da Pattici @EdeaImage

Twitter è sempre stato un social network perfetto, tranne che per una cosa: La mancanza di contenuti approfonditi e ampliati. Negli ultimi anni ci siamo inventati ogni modo per comprimere in 140 caratteri i nostri pensieri, ora la rivoluzione digitale impone che i contenuti siano anche approfonditi, come abbiamo visto in molti dei nostri articoli.
Il box dei trend in questo momento prende l’hashtag (le parole con suffisso #) in modo “generale”, ovvero prendendo anche i tweet che non necessariamente centrano con la notizia correlata, quello che Twitter ha in mente è riempire il divario con chi produce notizie, agenzie e testate in primis, offrendo contenuti più precisi. Il social ha quindi comunicato la nuova funzionalità di ricerca che permetterà a Twitter di diventare un contenitore di break news e ultime notizie. Sul blog degli sviluppatori di Twitter si legge: “Le persone digitano parole da ricerca di cui probabilmente non hanno mai letto prima quindi è impossibile sapere senza un contesto specifico cosa vogliono dire , come si fa a sapere un termine si riferisce alla politica piuttosto che allo sport, o ad accessori per l’ufficio?”.
Ma come funzionerà realmente questo nuovo servizio?
Con la nuova ricerca quando un nuovo termine comincia a essere virale sulla piattaforma la nuova API di Twitter invierà la query al servizio Mechanical Turk di Amazon, formato da un team di persone che vaglierà le notizie per aggregarle non più semplicemente in base numerica, come succede attualmente, ma anche in base contestuale, molto più similmente a quello che fa Google con Knowledge Graph.
Inserendo questa nuova funzionalità, Twitter avrà tanti collaboratori sparsi per il pianeta che di loro spontanea volontà posteranno foto, video e storie che saranno raggruppate meglio e categorizzate individualmente. E’ la nuova era dell’Agenda Setting, per la prima volta stilata dalle persone verso i media e non viceversa. In questo modo Twitter cambia del tutto e passa dall’essere solo un social network all’affacciarsi pesantemente al mondo dei motori di ricerca, alzandosi di livello dalla lotta per il dominio dei social con Facebook.
Il Prof. Davide Bennato dell’Università di Catania, che si occupa da anni di come i social network contribuiscano a fornire una visione reale, non parallela, della società dice sull’argomento: “In un certo senso questo cambiamento rilevante, è una sconfitta per i sostenitori degli algoritmi automatici. La verità è che non funzionano, almeno fino a quando non assumeranno una forma più umana, quasi semantica, un ritorno a pensare come l’uomo e meno come macchina”.
Voi cosa ne pensate? Torneremo ad essere sempre più uomini e meno macchine?

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