Twitteraggi

Creato il 22 gennaio 2012 da Lucas
A tempo perso, ogni tanto apro il mio account su Twitter. Preciso: io Twitter lo uso solo per rinviare quello che pubblico qui, non altro. Non motteggio, mi viene difficile. Ma stamani ho aperto la mia pagina twitteriana e, cosa strana, vi trovo una sfilza di cinguettii einaudiani (dacché, tra i miei following, v'è Giulio Einaudi Editore):
Non ho nulla contro le citazioni; figuriamoci, fondo gran parte di questo blog su di esse. Ma trovo abbia poco senso (per usare un eufemismo) che esse vengano sparate così, alla cazzo di budda (cit.). Citare così mi sembra un tentativo disperato di seminare cultura, un po' come un povero soffione cittadino che disperde i suoi semi al vento nella speranza inutile di perpetuare la sua specie sull'asfalto. Se di questo citazionismo masturbatorio siamo vittima io e il cardinal Ravasi, passi; ma se ci cade anche un editore di rilievo come Einaudi, che nasce come impresa culturale ancor prima che economica, mi sembra veramente deleterio e irriguardoso nei confronti degli stessi autori citati.Comunque, impressioni mie a parte, ho twittato una risposta @Einaudieditore, questa:E cosa strana, ma simpatica, essi mi hanno risposto:La risposta mi spinto poi a chiedere:e mi hanno tolto la curiosità così:Questo accade, insomma, nell'epoca del twitteraggio culturale. Twittare, più che cinguettare, mi sembra una salivazione continua di pensieri che sputiamo agli altri per mostrarci arguti e intelligenti, simpatici e interessanti. Per catturare l'attenzione e ottenere riconoscimento. Il problema è che a forza di sputare si resta spesso a gola secca. Allora si cercano le fonti, ci si abbevera al sapere altrui e si sputano citazioni.

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