Two Mothers
Creato il 14 ottobre 2013 da Veripaccheri
Two Mothers
di Anne Fontaine
con Naomi Watts, Robin Wright
Australia, Francia, 2013
genere drammatico
durata, 111'
A volte capita che la presenza di un attore o di un'attrice nel cast di
un certo film sia motivo sufficiente a mettere in circolo una curiosità
altrimenti destinata ad interessi differenti. Nel caso di "Two Mothers"
di Anne Fontaine l'attenzione era ulteriormente stimolata da un
cartellone che annunciava addirittura il privilegio di vedere all'opera
due eccellenze del cinema contemporaneo come Naomi Watts, in questi
giorni sugli schermi con la biografia di Lady Diana, e Robin Wright,
finalmente prestata ad un ruolo da protagonista seppur in coabitazione
con la più attiva collega australiana. A convincerle aveva concorso
certamente la possibilità di recitare in un copione che si annunciava
quantomeno scottante - per il tabù che andava a toccare ed
anche per il fatto di implicare un uso del corpo emancipato da calcoli
di opportunismo e convenienza - e quindi adatto a personalità forti e
carismatiche come quelle delle due attrici in grado di sopportare le
reticenze e le pressioni legate alla scelta di far parte di una storia
che mette in primo piano una vicenda amorosa non comune: Liz (Watts) e
Roz (Wright) infatti sono due amiche cresciute in una sorta di laguna
blu australiana che ad un certo punto della vita si innamorano
contemporaneamente l'una del figlio dell'altra. Un fatto certamente
possibile ed ancor più giustificato dalla bellezza genuina e selvaggia
del convivio amoroso e dalla sostanziale mancanza di impegni nei
confronti di eventuali partners (Roz è agli sgoccioli di un matrimonio
ormai finito, Liz è vedova) se non fosse che trattandosi della
trasposizione di un libro di Doris Lessing, ed essendo il film un
autentico melò, questa tendenza dapprima sensuale e poi giocosa
si trasforma con i minuti in una parabola di afflizione e sensi di
colpa che coinvolgerà non senza conseguenze persino le giovani fidanzate
degli aitanti dongiovanni nel frattempo subentrate nel carnet ufficiale delle amanti sfortunate ed ignare.
Approfittando
della bellezza di un paesaggio che non si distacca di molto dagli
scenari da paradiso perduto utilizzati dal cinema americano come sfondo
privilegiato per amori proibiti e travolgenti, Anne Fontaine è brava a
far corrispondere l'ossessione amorosa che si impossessa dei
protagonisti alla dimensione edenica e sospesa dell'elemento naturale
che circonda ed accoglie i loro corpi discinti. Ma a lungo andare la
sorpresa di quelle unioni tardive e scandalose si colora di una routine
che riguarda una messinscena troppo scolastica per far sentire gli
slanci ed i ripensamenti che destabilizzano l'equilibrio dei personaggi.
Manca soprattutto un pensiero che rifletta sulla questione morale che
il film pone in essere attraverso gli atteggiamenti e le prese di
posizione espresse da Liz e Roz sull'opportunità o meno di quella liason.
Al suo posto "Two Mothers" preferisce un empatia a buon mercato,
stimolata da una buon numero di scene madri, oppure stuzzicata dalle
pruderie vojeristiche a cui fanno finta di prestarsi le sequenze,
peraltro molto caste, relative ai rendez-vous amorosi tra madri
e figli. In questa maniera è inevitabile che il film della Fontaine si
consegni interamente alla bravura delle sue "mothers", ma ciò non basta a
salvarlo da una superficialità che lo rende sostanzialmente innocuo.
Esattamente il contrario di ciò che si era prefissato.
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