Papasino non risponderà a colpi di post, alle provocazioni di Mammapappa inserite negli appunti precedenti!! Malgrado qualche nostro lettore speri in un bagno di sangue…
Papàsino, come già anticipato si soffermerà a raccontare TZIU PEPPINU!
***
Ho un debole per le persone e soprattutto per le loro belle storie. Le belle storie andrebbero sempre accompagnate da un buon bicchiere di vino, un pezzo di pecorino e una limata di prosciutto.
A Sadali (se volete scoprire il punto preciso inserite qs coordinate su Google Map 39°49’8.01″N 9°16’40.55″E ed entrate in modalità 3D…) i Dejavù incontrano Tziu Peppinu, un vecchietto arzillo di 94 anni che a passeggio (si fa per dire… a passo sul posto sarebbe più corretto) con il suo bastone di ferraccio, ci ferma per attaccare bottone.
Papàsino che di bottone ne vuole sempre attaccare, toglie le vesti del turista e indossa nuovamente quelle dell’archeologo e dell’amante di storia e si lascia trasportare nel passato di Tziu Peppinu.
Nana segue le orme di Papàsino (santa figlia) e rimane appresso mentre l’allegro vecchino racconta la sua avventura/sventura, sempre a passo sul posto (sembriamo guardie inglesi).
Ci racconta dove i genitori “l’hanno fabbricato” (indica la finestra della sua casa natia), indica le feritoie presenti nella casa antichissima e spiega che da li suo padre e prima di lui suo nonno e prima suo bisnonno e prima suo trisnonno, usavano l’archibugio per sparare ai ladri che la notte si appropinquavano per fare razzie di cibo.
Ci racconta di un fabbricato vicino alla sua abitazione, realizzato dall’Esercito Sabaudo, dove risiedevano gli ufficiali e alcuni soldati, andati li per addestrarsi in quelle valli e in quei monti prima di partire per la guerra.
Racconta la sua infanzia, racconta dei suoi 3 campi di prigionia e di come ogni volta l’abbia scampata. Racconta del fascismo, degli aerei che passavano sopra il paese per andare a bombardare Cagliari (Rasa al suolo malgrado non vi fossero tedeschi, forse 3 o 4 ma solo turisti passati di li grazie ai voli low cost).
Ci racconta dei figli, andati via per lavoro, di tutti i giovani che hanno abbandonato il paese lasciando vecchi e speranze.
Racconta con degli occhi pieni di sorriso e di vita, nonostante o per merito dei suoi 94 anni.
Un vecchino arzillo, senza denti, con una lingua allegra e vispa come l’uccellino dell’orologio a Cuccù!
Prima di andare via, mi chiede se ho fiducia nelle nuove generazioni, nella loro mancanza di consapevolezza che la guerra è una follia.
Io gli spiego la mia posizione, le mie idee… le mie delusioni ma anche le mie tante speranze… lui mi risponde “is giovineddus de oji funti malli concrodaus” - (i giovani d’oggi sono conciati male)
Non lo so… forse si, forse no… speriamo proprio di no.
PS. In paese mi hanno raccontato un aneddoto su Tziu Peppinu.
All’età di 70 anni, tziu Peppinu, si ammalò gravemente. La moglie, probabilmente convinta che non ce l’avrebbe fatta, vendette le sue capre… 3 capre. Tziu Peppinu guarì e quando scoprì che la moglie aveva venduto le sue capre impazzì di rabbia, cacciò la moglie di casa e divorziò, ribadisco a 70 anni per 3 capre!. Lui viveva in una casa e lei in quella di fronte la sua a 3 m di distanza. Quando la moglie tornava a casa, dopo essere stata in centro a fare la spesa, lui dalla finestra, per anni le gridava “A sa perda de is candalus” – (Alla pietra dello scandalo)
All’età di 80 anni, e purtroppo non ricordo il motivo, andò via di casa e si stabilì in un’altra casa completamente diroccata, priva di luce, acqua, e di qualsiasi mobilio. A chiunque si avvicinasse per chiedere spiegazioni rispondeva:
Z.P. “Immoi bollu fai deu puru su fricchettoni!” – “ora voglio fare pure io il fricchettone”.
E per qualche giorno non ci fu verso di farlo desistere. Andarono parenti e amici ma tutti quelli che si presentavano sulla porta venivano minacciati brandendo un bastone, pestandolo per terra e dicendo… “Non intraisi in ommu mia” – “non entrate in casa mia”.
Solo un ragazzo del paese riuscì dopo lunghe trattative ad avvicinarsi e a convincerlo a prendere almeno delle coperte per non morire di freddo.
Ragazzo “Oh Tziu Peppinu, banda beni fai su fricchettoni ma non ti deppis mica morri de su friusu” – “Oh Zio Peppino, va bene fare il fricchettone ma non devi mica morire di freddo!”
Dopo qualche giorno, dopo che nemmeno i carabinieri riuscirono a convincerlo a cedere, dopo che tutti smisero di cercare di convincerlo, certo della sua VITTORIA, tornò a casa trionfante…