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Ubisoft, i transgender e il marketing

Creato il 15 ottobre 2015 da Cristian Deraco @christiandher
Ubisoft, i transgender e il marketing

Se qualche gamer attento ha aguzzato la vista ogni volta che ha avviato un episodio della serie di Assassin's Creed si sarà accorto che compare in bella mostra un avviso in cui Ubisoft si vanta di aver sviluppato il titolo grazie ad un team multiculturale, dalle diverse fedi religiose, composto da diverse identità e da diversi orientamenti sessuali. Ciò può certamente non voler dire nulla ma anche tutto e come al solito la verità sta nel mezzo.

Ubisoft ringrazia chiunque abbia contribuito alla concezione, alla produzione e allo sviluppo del titolo indipendentemente dal sesso, dalla religione, dalla cultura e dall'orientamento sessuale. E di per se questo non farebbe nemmeno notizia se non fosse per una delle ultime indiscrezioni che circola da giorni intorno ad Assassin's Creed Syndicate.

Pare infatti che Ubisoft abbia deciso di inserire un personaggio transgender all'interno del gioco con un'abile mossa che sa tanto di apertura mentale ma che puzza un tantinello di marketing spregiudicato considerato l'attenzione che negli ultimi anni si rivolge al rispetto degli orientamenti sessuali degli individui.

Volevo ricordare che il termine transgender non implica solo il cambio di sesso ma anche l'effettiva percezione di un sesso che non è quello dell'individuo in questione.

Premesso che nella seconda metà del 1800 non esisteva ancora la definizione in oggetto la trovata di Ubisoft potrebbe rivelarsi anche un'arma a doppio taglio attirando intorno al titolo di prossima uscita un'attenzione che non gli spetta trattandosi semplicemente di un videogioco che, vorrei ricordare, non nasce certo come vettore di insegnamento e/o educazione sessuale ma soprattutto come divertimento.


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