Gli Ermellini con la sentenza n. 39455 del 25 settembre 2014 hanno cassato la sentenza emessa dalla Corte d'appello di Venezia statuendo che, in presenza di stupro consumato all'interno di un rapporto coniugale, è necessario prendere in considerazione la possibilità di applicare l'attenuante di "lieve entità" nell'irrogare la pena in presenza di un marito violento che ha commesso il fatto in stato di ebbrezza. E' una sentenza che fa certamente discutere e di fronte alla quale i Centri Antiviolenza e le Associazioni di donne presenti sul territorio pugliese non possono restare in silenzio atteso che, con questa pronuncia che si pone in assoluto contrasto rispetto a quanto sancito a livello comunitario e nazionale, la giurisprudenza di legittimità ha fatto un notevole passo indietro. In passato la Suprema Corte aveva già emesso una decisione che aveva suscitato non poche perplessità allorché negò che vi fosse un stupro in presenza di vittima che indossava i jeans con ciò introducendo una sorta di presunzione di rapporto consenziente in quanto i jeans, secondo quei giudici, non potevano essere sfilati "senza una fattiva collaborazione di chi li indossava". Desta stupore e sconcerto questa decisione che sopraggiunge ad una settimana dalla Conferenza "Al Sicuro dalla violenza - Al sicuro dalla Paura, promossa congiuntamente dal Consiglio D'Europa, dal Ministero degli Affari Esteri e dalla Camera dei Deputati, per fare il punto dell'entrata in vigore della Convenzione di Instanbul, nel corso della quale tutti i parlamentari europei ed italiani hanno stigmatizzato l'importanza delle azioni di prevenzione e di repressione in presenza della commissione dei delitti ai danni delle donne. E' infatti difficile immaginare un caso di violenza sessuale con penetrazione che possa essere considerata poco grave. Inoltre è inconcepibile che la donna che subisce uno stupro venga sottoposta ad una seconda violenza. E' come dire ai mariti ubriachi: da oggi, dopo aver fatto ricorso all'alcool potete tranquillamente stuprare le vostre donne, tanto vi sarà la possibilità di avere il riconoscimento dell'attenuante per aver commesso un reato di non troppo rilievo, per il quale si può ottenere la riduzione della pena. La violenza sulle donne, in tutte le sue declinazioni, è una violazione dei diritti umani. E' un fenomeno criminale al quale bisogna dare una risposta integrata. Per giungere a ciò abbiamo bisogno di un sistema penale che abbia efficacia reale e che le misure assunte siano, a loro volta, efficaci e dissuasive. Per questo ci auguriamo che su questi aspetti ci sia un confronto fra i vari attori ed istituzioni che di questo si occupano.
(Giraffa onlus - Bari; Sud Est Donne – Martina Franca; Il Melograno di Parabita e Conversano; Punto Rosa – Specchia; Sostegno Donne Taranto; Ass. di donne I.D.eA – Circolo ARCI – Trepuzzi; Ass.ne Centro Donne - Mola di Bari; Centro Ascolto DNA Donna – Soleto; Donne con la F Maiuscola - Altamura; Save Centro antiviolenza e antistalking - Trani; Meridia, consorzio di cooperative sociali s.c.s. – Bari; Rose Gagliarde)