Magazine Cultura

uccidi il padre, uccidi te stesso...

Creato il 06 giugno 2011 da Omar
uccidi il padre, uccidi te stesso...Lascia davvero senza fiato l'energia dirompente e l'urgenza con cui l'ultimo Lumet- ormai ben oltre la soglia dell'ottantina quando diresse questo film, - seppe registrare e rivisitare l'eterno sfaldamento della famiglia borghese e le nevrosi autolesioniste insite nei valori occidentali. Con una capacità registica ancora capace di dispensare notevoli sorprese (sia in termini stilistici che sostanziali) il padre di dozzine di pellicole indimenticabili del cinema a stelle e strisce ci ha regalato con Onora il padre e la madre (2007) un pregevole gioiello dai risvolti noir che si fa ammirare sia per la messa in scena che per il montaggio e l'interpretazione dell'intero parco-attori (una sempre più brava Marisa Tomei in testa).Storia di fratelli-coltelli che si ribellano in maniera degenere ai genitori organizzando un rapina nella gioielleria di famiglia (con intoppo finale assolutamente imprevisto e perciò letale, qualcosa che come una rasoiata inflitta a tradimento costringerà i protagonisti ad un terribili redde rationem con sé stessi), il film è un drammone costruito a scacchiera grazie aduccidi il padre, uccidi te stesso... un uso addomesticato del flash-forward e del flashback (non, per intenderci, col taglio un po' lezioso della genia dei Tarantino o degli Inarritu, bensì con l'equilibrio tutt'altro che esibizionistico necessario a mostrare i singoli caratteri e il loro relativo struggimento). Una frammentazione del dolore che, mentre l'opera scorre fluida alimentando l'accumulo della tensione (tensione dell'animo, diremmo), lo straordinario cineasta americano ricuce con abilità palesando solo nel finale il terribile assunto della sua visione: le colpe dei padri ricadono sui figli per poi tornare al mittente. E così, ancor più della già intrigante trama legata alla dilettantesca ruberia dai risvolti omicidi e conseguente senso di colpa che rimbalza tra le pedine della cupa vicenda, è l'odio profondo dei personaggi verso sé stessi e la propria solitudine a fare di questo film un'esperienza davvero potente: un bellissimo, elegante e maestoso lascito da parte di uno dei più grandi artisti dietro la macchina da presa. Cazzo, Maestro, se ci mancherai!

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazine