Daniel Vartanian Trilogy:
1. Muori per me (Die for me) - settembre 20102. Grida per me (Scream for me) - settembre 20113. Uccidi per me (Kill for me) - aprile 2012Titolo:Uccidi per meAutore:Karen RoseEdito: LeggereditoreCollana:NarrativaPrezzo:10.00 €Uscita: 26 aprile 2012Genere: Narrativa, ThrillerPagine:544Una ragazza di appena sedici anni fugge di casa per incontrare un ragazzo conosciuto via chat. Poi, solo il silenzio. Sei mesi dopo la cittadina di Dutton è in preda al caos. Cinque adolescenti hanno perso la vita in circostanze misteriose. E l’unica sopravvissuta sa che è meglio tacere. Presto troverà una coppia disposta ad ascoltarla, che non si fermerà fino a vederci chiaro. Luke Papadopoulos conosce bene le insidie della rete, sa cosa si nasconde dietro profili verosimili costruiti per raggirare innocenti ragazzine. Susannah Vartanian è stata costretta a tornare a Dutton, e non potrà fare a meno di ricordare ciò che ha provato a dimenticare per anni. Insieme si troveranno a mettere sotto accusa un’intera comunità, un paese che si regge sulla menzogna e sul crimine, sui silenzi complici e sul potere di segreti troppo a lungo taciuti.*Le mie recensioni*Avendo letto e apprezzato sia Muori per me (Leggere Editore, 2010), sia Grida per me (Leggere Editore, 2011), rispettivamente primo e secondo capitolo della trilogia “Daniel Vartanian” della scrittrice statunitense Karen Rose, certo non potevo perdermi il terzo e ultimo capitolo, Uccidi per me, pubblicato di recente dalla stessa casa editrice.L’attesa non è stata vana, e la Rose non ha deluso le aspettative dei suoi fans, soprattutto quelli tradizionalmente votati al thriller: infatti, pur appartenendo anche questo romanzo a quel genere ibrido recentemente denominato “romantic suspance” – un mix cioè tra passione, romanticismo, azione e mistero – l’autrice ha deciso di marginalizzare ulteriormente la componente romantica per concentrarsi su intrighi originali, a tratti agghiaccianti, la cui evoluzione nell’impianto narrativo si caratterizza per i continui colpi di scena, quasi uno per ogni fine capitolo, come nella migliore tradizione giallistica, così che il lettore non può fare a meno di leggere oltre. Anche in Uccidi per me, come nei capitoli precedenti, è presente una buona dose di sensualità; una terza, nuova coppia delizierà i lettori più romantici con una liaison affatto scontata, ma l’amore resterà sempre sullo sfondo: quello che conta sono sentimenti come il rancore, l’odio, la vendetta e una malvagità che vince finanche il tempo, trasmettendosi di generazione in generazione fino all’inevitabile resa dei conti. È questa una delle caratteristiche principali non solo di questo romanzo, ma dell’intera trilogia: la continua alternanza tra passato e presente permette alla Rose di imbastire una trama organica e credibile, dalle diramazioni impensabili; l’odio, in questa saga, è un seme che se trova terreno fertile germoglia e prolifica per generazioni, facendo vittime innocenti e creando sempre nuovi carnefici. È proprio su questa specie di ciclicità del male che punta l’autrice per destabilizzare il lettore con storie completamente nuove di libro in libro. Ci riesce in maniera magistrale, perché pur conservando un filo conduttore ben saldo che le lega le une alle altre in un rapporto d’implicita consequenzialità, le vicende narrate in ciascun romanzo sono storie autoconclusive, con una propria intrinseca morale e significati nascosti che si sommano fino a formare l’agghiacciante verità finale... (continua a leggere su La bottega di Hamlin)***
Con “Uccidi per me” si chiude una delle serie più riuscite di Karen Rose, la trilogia “Daniel Vartanian”, che prende il nome da uno dei protagonisti. L’agente Vartanian, tuttavia, ha un ruolo centrale solo nel secondo capitolo, “Grida per me” (2011), mentre nel primo, “Muori per me” (2010), e in questo terzo capitolo la sua figura ricopre un ruolo marginale, soprattutto per quanto riguarda l’azione effettiva, dal momento che il suo nome ritorna spessissimo nelle intricate vicende che vedono protagonista assoluto Luke Papadopoulos, il suo migliore amico, e Susannah Vartanian, la sorella alla quale è legato da un rapporto complicato. Per chi non ha letto i capitoli precedenti, la lettura di questo romanzo all’inizio potrebbe rivelarsi un po’ ostica – moltissimi sono infatti i personaggi secondari che interagiscono a più livelli, tessendo una trama decisamente intricata –, ma già dopo la prima cinquantina di pagine il lettore avrà chiari tutti quei retroscena che emergono dal passato e condizionano fortemente le vicende del presente. Questa trilogia, infatti, è un’opera dietro la quale è visibile un immenso, organico disegno che oscilla come un’altalena tra passato e presente, scavando nella vita dei personaggi per disseppellire segreti torbidi, crimini efferati e una malvagità così radicata da impregnare di sé tutti e tre i romanzi, che pure vengono in qualche modo addolciti dalla componente “romance”, ossia la storia d’amore che percorre l’intera narrazione rimanendo sempre sullo sfondo, componente gradevole ma non indispensabile... (continua a leggere su SoloLibri)