Posted 29 ottobre 2013 in Slider with 0 Comments
di Pietro Rizzi
Il 14 ottobre il Presidente ucraino Janukovich ha firmato il decreto con il quale abolisce, a partire dal 2014, il servizio militare obbligatorio. Finora la legge prevedeva che ogni individuo di sesso maschile compreso tra i 18 ed i 27 anni dovesse prestare servizio per almeno 12 mesi, qualora svolgesse la leva nell’Esercito, e per almeno 18 mesi qualora avesse scelto la Marina. Gli ultimi 10.800 coscritti stanno entrando in servizio in questi giorni ed al termine della loro permanenza sotto le Armi, le Forze Armate ucraine diverranno completamente su base volontaria e professionale.
Non è da poco che girava l’idea: già ai tempi della Rivoluzione Arancione Jushenko aveva cavalcato questo cavallo di battaglia promettendo che in tempi brevi la leva obbligatoria sarebbe stata eliminata a favore soprattutto delle famiglie di bassa o media estrazione sociale. Si, perché in Ucraina non è mai stato difficile per chi proveniva da famiglie abbienti impedire che il proprio figlio fosse chiamato in servizio. Bastava semplicemente corrompere un ufficiale o sottufficiale nella posizione giusta per farsi apporre il timbro “RIFORMATO” sulla cartella d’interesse. Chiaramente non ci sono tariffari, ma si dice che bastino 5.000 Hrivne, circa 450 Euro, per ottenere ciò: né più né meno che tre stipendi abbondanti di un militare di basso grado. Proprio così: gli stipendi all’interno delle Forze Armate non sono aumentati molto dai tempi dell’Unione Sovietica; un soldato di truppa guadagna circa 1.500 Hrivne al mese, più o meno 130 Euro, mentre un maggiore ne guadagna approssimativamente il doppio. Non ci si può meravigliare quindi che ogni militare cerchi strade alternative per mettere in tasca qualche soldo in più, a costo di violare la legge.
L’abolizione della naja rientra in una più ampia riforma che prevede che entro il 2017 le Forze Armate passino dal numero attuale di 184.000 individui a 122.000 e che vengano investiti in questo lasso di tempo almeno 16 miliardi di dollari, stando a quanto affermato dal Ministro della Difesa Pavlo Lebedev. Questa cifra, che difficilmente sarà realmente investita, servirebbe principalmente ad ammodernare armamenti che per il 92% sono obsoleti ed ancora risalenti al periodo sovietico.
Reale obiettivo sarebbe quello invece di ridurre una spesa militare, attualmente al 2,8% del Pil, che rimane troppo alta per il mantenimento della sicurezza nazionale e per il rispetto degli impegni internazionali. In quest’ottica quindi l’abolizione della leva rappresenta solamente un aspetto, sottolineato a fini propagandistici, all’interno di una scelta finanziaria.
Ma è opportuno chiedersi: in un Paese con una forte divisione tra Est ed Ovest, dove molti individui non hanno grosse possibilità di spostamento all’interno dello Stato, ed in cui il concetto di nazione è spesso poco chiaro, non avrebbe forse avuto senso mantenere tale pratica? In Italia dopo l’ultima guerra il servizio militare è stato principalmente utilizzato per abbattere l’analfabetismo, in Ucraina forse avrebbe potuto essere utilizzato per amalgamare meglio una società profondamente divisa in ricchi-poveri e provenienti dall’est, spesso russofono, e dall’ovest, ucrainofono.
Foto: RFE/RL
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