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UCRAINA CAPITOLO III: Stanotte c’eri tu nel mio sogno

Creato il 25 luglio 2012 da Comeilmare

UCRAINA CAPITOLO III: Stanotte c’eri tu nel mio sognoViaggiare è vivere in altri panni per un po’, è cambiare completamente le proprie abitudini e mettere da parte i propri vizi per adattarsi alle varie situazioni inaspettate, è mettersi alla prova continuamente per capire come la nostra mente possa reagire a certi stimoli e il proprio corpo a certe privazioni. Insomma da un certo punto di vista si smette un ruolo per assumerne un altro, quasi come nel D&D, come i cosplayer… almeno è così che io intendo il viaggio… e di per sè tutto ciò è spiazzante, figurarsi poi se ci si trova a viaggiare in un luogo dove l’ordine delle cose è ribaltato e dove alla fine la cosa più assurda appare normale. Così capita che quando si chiudono gli occhi la sera si cerca un po’ di conforto familiare a casa e la mente inconsciamente vola alla famiglia, agli amici, agli oggetti riconoscibili come parte della nostra vita quotidiana. Ogni sogno porta con sé tanti volti, parole, suoni, emozioni che ci riportano a casa. Più o meno ad ognuno di voi potrei dire ‘stanotte c’eri anche tu nel mio sogno’ e più siete più è si intensifica la convinzione che l’Ucraina è un posto davvero sopra le righe…
In Ucraina ti capita di visitare una base missilistica sovietica dove ammirare un enorme missile SATAN (lungo 22 metri) adagiato in un prato e scendere a 20 metri di profondità sedendoti al posto di comando del lancio dei missili con il dito sul pulsante che avrebbe potuto mettere fine alla civiltà occidentale….
Ti capita di viaggiare in macchina ed essere fermato dalla polizia che al posto del pagamento di una multa dall’importo astronomico (spesso inventato) si ‘accontenta’ di una tangente (5/10 euro per i locali, 20/50 per gli stranieri)…
Ti capita di ritrovarti sulla strada verso Odessa e di dover sconfinare in Moldavia per 4-5 chilometri con un fogliettino dato dalla guardia di entrata e da consegnare a quella all’uscita, sempre con il terrore che la polizia di frontiera si inventi qualche cavillo per trattenere te, il tuo passaporto e la macchina a noleggio…
Ti capita di visitare una centrale nucleare dismessa dove la radioattività è diventata un’attrazione turistica.
Ti capita di venire strattonata da un prete ortodosso perché hai osato fargli una foto da lontano (quasi mi strappava la macchina fotografica dal collo) o di ritrovarti un buco nei pantaloni perché ti sei rifiutato di sganciare i soldi (troppi) pretesi da una tassista abusiva avvinghiatasi alla tua gamba per non farti scendere.
Ti capita di precipitarti a vedere la scalinata Potemkin e di trovarla sporca, fiancheggiata da strutture fatiscenti e popolata da uomini con falchi e scimmie al guinzaglio per stupide foto con i turisti (come non pensare a “la Corazzata Potemkin è una cagata pazzesca”).
Ti capita di venire fisicamente fermato all’entrata di un negozio perché hai la macchina fotografica al collo, quasi che la gente qui mi creda una spia mandata dal nemico capitalista per rubare segreti o denunciare abusi.
Ti capita di visitare la spiaggia più famosa di Odessa (e probabilmente dell’intera Ucraina) e di trovare un fazzoletto di sabbia sporca, affollata e coronata da casermoni fatiscenti.
In Ucraina ti capita di non aver più voglia di tornare…
Come capita anche che le persone a cui chiedi informazioni ti accompagnino fisicamente a destinazione senza volere niente in cambio.
Ti capita di vedere la memoria del passato onorata e rispettata con decine di monumenti e musei commemorativi della grande carestia degli anni 30, della shoà, dell’eroismo di tanti soldati e civili trattati con tutti gli onori e consegnati agli annali PER NON DIMENTICARE.
Ti capita di essere accolto come un fratello quando dici di essere italiano perché in tanti qui hanno trovato la ‘salvezza’ in Italia.
Ti capita di ammirare la bellezza di ragazze e ragazzi che sono davvero un piacere per occhi.
Il bilancio lo lascio a voi…


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