LA RUSSIA MINACCIA DI INASPRIRE L’EMBARGO NEL CASO IN CUI USA E UE DECIDANO DI PROCEDERE CON ULTERIORI SANZIONI. Ipotizza di eliminare la famosa bevanda americana oltre ad altri drink stranieri nel corso di eventi ufficiali, durante i quali dovranno essere serviti solo tè e caramelle. Nel mirino anche tablet e computer Apple. Intanto gli effetti si sentono anche in Occidente, come spiega la produttrice danese di birra Carlsberg. Non solo l’embargo totale di cibi provenienti dall’Unione Europea. Perché la Russia è disposta ad applicare nuove misure restrittive nei confronti dell’Occidente se Usa e Ue continueranno sulla via delle sanzioni, disposte in seguito alla crisi ucraina. Nei giorni scorsi il quotidiano economico Vedomosti anticipava che Mosca è pronta a bloccare le importazioni dei loro autoveicoli e oggi si parla del bando al consumo di bevande straniere in occasione degli eventi ufficiali, nel corso dei quali dovranno essere serviti solo tè e caramelle. Quindi, niente Coca cola. Vietato anche l’uso, da parte di funzionari pubblici, di tablet, i-phone e computer Apple. Ma, al tempo stesso, il governo precisa di essere pronto a rivedere le restrizioni alle importazioni “se i partner occidentali dimostrano impegno al dialogo”, come rende noto l’agenzia Ria Novosti. Intanto le autorità russe hanno chiuso quattro McDonald’s a Mosca per “violazioni sanitarie” e il “divieto temporaneo” ha colpito anche il negozio di piazza Pushkin, il primo “punto vendita” della catena di fast food americana in Russia.
Izvestia
E’ STATO IL QUOTIDIANO FILO GOVERNATIVO Izvestia ad anticipare la proposta per proibire il consumo di bevande straniere nelle riunioni di governo o altri enti locali. Il provvedimento potrebbe essere presentato a breve alla Duma, dove è già allo studio il divieto all’acquisto, da parte dei funzionari pubblici, di auto prodotte nei paesi stranieri che aderiscono alle sanzioni contro la Russia. In favore di una misura per la sostituzione dei prodotti Apple con quelli della Samsung o con sistemi russi si è espresso il vice presidente della Commissione della Duma per l’informazione e la tecnologia, Vadim Degin, secondo cui “nella situazione attuale la sostituzione dei prodotti di cui abbiamo già parlato più volte è diventata un passo necessario”. Gli effetti delle sanzioni – Nel frattempo, fra propaganda e provvedimenti reali, il vice ministro delle finanze Sergei Storchak, citato dall’agenzia di stampa Interfax, ha ammesso che “gli effetti fino a ora indiretti delle sanzioni nel settore finanziario stanno iniziando a farsi sentire direttamente”. Il ministro del commercio Aleksandr Potapov, in una intervista al quotidiano Kommersant, non nasconde ad esempio una crisi per i produttori di munizioni (l’80 per cento della produzione viene esportato) in caso di sanzioni mirate contro il settore dopo quelle che hanno colpito la Kalashnikov. Ma gli effetti dell’embargo sono denunciati anche in Occidente. La produttrice danese di birra Carlsberg ha anticipato la drastica riduzione delle vendite in Russia per la seconda metà dell’anno, rendendo noto il taglio degli ordini da parte dei distributori russi (il 35 per cento dei profitti della società arrivano dalla vendita della Baltika proprio in Russia). Non si tratta solo delle sanzioni o del timore di altre misure restrittive come quelle di cui ha scritto oggi Izvestia, ma anche del bando alla vendita di alcolici all’aperto introdotto nei mesi scorsi per fare fronte all’alcolismo. Lo scorso anno, dai paesi colpiti dalle sanzioni la Russia ha importato alimenti per 17,2 miliardi di dollari, 9,2 miliardi dei quali dei prodotti colpiti dalle sanzioni (frutta, verdura, latticini e carne).
SOLLEVATO L’EMBARGO SU ALCUNI PRODOTTI. Mosca ha però deciso di sollevare il bando sulle importazioni di alcuni prodotti, fra cui il latte e i latticini privi di lattosio e integratori alimentari e vitamine, mentre la Bielorussia, da alcuni provocatoriamente considerata come il vero vincitore della guerra ucraina, solleva il provvedimento contro l’acquisto di bestiame dai paesi dell’Unione europea che era stato introdotto, per presunte ragioni sanitarie, un paio di anni fa. Minsk nega che il provvedimento sia stato preso per aggirare le sanzioni russe, ma valuta apertamente un aumento dell’export agroalimentare in Russia quest’anno di una cifra compresa fra il 15 e il 40 per cento.Ue pensa a ricorso contro l’embargo – La Commissione Ue sta valutando, su richiesta della Polonia, un possibile ricorso al Wto contro l’embargo imposto da Mosca ai prodotti agroalimentari europei in risposta alle sanzioni occidentali antirusse. “Stiamo lavorando a risposte potenziali”, ha detto un portavoce dopo che ieri il ministro dell’agricoltura polacco Marek Sawicki ha incontrato il commissario al commercio Karel De Gucht. “Stiamo guardando a ciò che è possibile fare e non fare in base alle regole del Wto – ha concluso – prenderemo una decisione nelle settimane a venire”.
redatto da Pjmanc http://ilfattaccio.org