I comuni valori europei…
L’ipocrisia europea non conosce più confini e quindi non ci si può sorprendere che nel mettere le basi per un avvicinamento alla Ue concordato con un governo golpista, zeppo di ministri neonazisti e sostenuto oltre che da formazioni paramilitari della destra ultra nazionalista da “contrattisti” inviati dagli Usa, Bruxelles parli di “stimolare l’avvicinamento graduale tra l’UE e l’Ucraina sulla base dei valori e delle priorità comuni”. Proprio così, valori comuni. Le priorità lasciamole stare: sono i massacri sociali già richiesti (vedi qui ).
Tutto questo apre un bello squarcio su ciò che è diventata l’Unione europea, sulla sua trasformazione, avvenuta subdolamente in un decennio alla luce dell’euro, in strumento di lotta al classe al contrario e di succedaneo della Nato a cui della democrazia non importa un fico secco, come del resto si è visto benissimo in Ungheria. Ed è questo che rende non solo disoneste, ma persino qualunquiste le accuse a chi osa mettere in discussione questo modello di unione continentale costruito su due pilastri: l’internazionalismo del profitto e l’egoismo degli stati. Davvero ci può meravigliare dei secessionismi che stanno nascendo facendo finta che essi non siano il frutto avvelenato della mutazione a cui abbiamo assistito?
Così di fronte alla vicenda Ucraina che illustra così bene la nuova natura della Ue, viene da chiedersi se gli slogan “Altra Europa”, “Più Europa” nascano da un sottofondo ingenuo, dal desiderio di credere che dopo tutto una mutazione così profonda non sia possibile e che tutto tornerà come prima o non costituiscano una sorta di raggiro, magari di auto raggiro funzionale poi a qualche lucroso passaggio a Bruxelles o sottrazione di voto alla protesta. Perché a questo punto la possibilità di tornare a un’Europa solidaristica, senza mettere in crisi i meccanismi fondamentali – monetari, finanziari e politici della Ue – è visibilmente remota come quella di convertire al laicato i Talebani. Anzi di fatto è impossibile perché da una parte l’euro è responsabile della cessione di sovranità e di relativa cittadinanza alla Bce e ad altri organismi preposti alla non messa in comune del debito, dall’altra chi conta, oltre all’onnipresente Fmi, è la Commissione che nessuno elegge, ma che rappresenta gli stati dominanti e i governi sotto ricatto della Troika. Senza una frattura rispetto a tutto questo, quanto meno senza nemmeno avere il coraggio di annunciare una frattura, di far capire che ora basta, non è possibile cambiare proprio nulla.
Per quello che guardo stranito i militanti della sinistra che raccolgono firme per una lista formalmente intitolata a Tsipras, ma di fatto incarnata dalla liberale Spinelli, la quale, anche per ragioni di famiglia, ci incita a “più Europa”. A questo punto non sarebbe più chiaro, più onesto chiamarla Lista Spinelli o lista Repubblica e addebitare a questo il fatto che non dica mezza parola su prospettive e strategie, Ucraina e patto transatlantico? Non sarebbe l’ora che la sinistra esprimesse anche dei contenuti oltre che cercare di raccattare contenitori di salvataggio? Che non si limiti a fare atto di presenza per interposta persona?