Di Gabriella Maddaloni. È stato ritrovato cadavere nei pressi di Dnipropetrovsk (Ucraina centrale) il giornalista filorusso di Mariupol (Ucraina orientale) Serghei Dolgov. Lo riportano il “Corriere della Sera” e “Repubblica”, citando Konstatin Dolgov, co-presidente di “Fronte Popolare Novorossia”, organizzazione separatista filorussa. Secondo K. Dolgov, il cronista sarebbe stato torturato prima d’essere assassinato.
S. Dolgov, direttore del giornale “Voglio tornare all’Urss”, era sparito il 18 giugno scorso, mentre indagava sulle violazioni dei diritti umani perpetrati dell’esercito ucraino nella zona orientale del paese, dove ha luogo il conflitto. Purtroppo non è il primo redattore ad essere ucciso in Ucraina mentre svolgeva il suo lavoro: basti pensare al fotografo italiano Andrea Rocchelli, ucciso lo scorso 24 maggio a Donetsk a colpi d’arma da fuoco.
Intanto Mosca informa che sta valutando “la possibilità di una rappresaglia mirata” alla luce di quanto accaduto negli ultimi giorni. Domenica pomeriggio, infatti, 30 miliziani hanno perso la vita ad Aleksandrovka, un villaggio di Lugansk non lontano dalla Russia, durante un attacco di artiglieria delle truppe regolari ucraine. Lo ha riportato Kostiantyn Knyryk, leader del centro informazione del “Fronte Sudorientale”. Non solo: sempre domenica, nella regione russa di Rostov, colpi di artiglieria dell’esercito ucraino avrebbero ucciso una persona e ferito gravemente altre 2.
Mosca informa che trentamila ucraini avrebbero chiesto asilo politico in Russia, e il quotidiano Kommersant, riferendosi alla rappresaglia ideata dal Cremlino, ne cita una fonte vicina, secondo cui “La nostra pazienza non è illimitata. Un’idea simile è stata avanzata anche dal vice presidente del Senato russo, Yevgeny Bushmin, rappresentante proprio della regione di Rostov”. L’idea sarebbe quella di effettuare attacchi mirati, seppur non ad ampio raggio, “contro determinate posizioni da cui partono i colpi contro il territorio russo”. Tali attacchi verrebbero messi in atto con armi di precisione capaci di fermare i colpi che dall’Ucraina trapassano la frontiera.
Kiev, però, respinge fermamente le accuse, e fa sapere di aver perso i contatti con un cargo An-26, che aveva a bordo circa 20 soldati. Sono in corso le ricerche, ma i separatisti filorussi sostengono di aver abbattuto il cargo stamane, assieme ad un caccia Su-25, nella regione di Lugansk.