UCRAINA: Gli oligarchi di Kiev pronti a “comprarsi” i miliziani

Creato il 20 maggio 2014 da Eastjournal @EaSTJournal

Posted 20 maggio 2014 in Slider, Ucraina with 0 Comments
di Giovanni Catelli

Igor Kolomoisky è un uomo intelligente. Grazie al suo intuito e alla sua conoscenza della situazione, a Dnepropetrovsk e nella sua Oblast non si sono manifestati quei misteriosi uomini in mimetica e kalashnikov che hanno invece dilagato nelle regioni di Donetsk e Lugansk.

Nominato governatore della regione dal nuovo governo di Kiev, come altri oligarchi lo sono stati per altre città, ad esempio Sergei Taruta a Donetsk, Kolomoisky, proprietario di Privat Bank, e mecenate del magnifico centro culturale ebraico di Dnepropetrovsk, il più grande del mondo, ha subito adottato uno stile pragmatico nell’affrontare la crisi che si stava manifestando: ha compreso che il denaro poteva essere molto più potente delle armi e della violenza. Ha offerto così diecimila dollari per ogni miliziano fermato e mille dollari per ogni kalashnikov recuperato, così da sottrarli al “mercato” della guerra in preparazione. Grazie a questa fondamentale intuizione ha soffocato alla base le possibilità di insurrezione armata nella zona da lui amministrata.

Non così rapida ed efficace è stata l’azione del collega Taruta, che, oltre ad essere meno pragmatico, ha dovuto affrontare, nel proprio territorio di Donetsk, una proliferazione incontrollabile di armati a di “uomini verdi” provvisti di armi automatiche. Il disegno degli infiltrati e dei militari professionisti è in primo luogo di isolare militarmente le regioni di Donetsk e Lugansk, perché possano in un secondo momento essere annesse alla Russia, come è avvenuto per la Crimea.

Una rivista ucraina ha tentato di calcolare, dopo la felice intuizione di Kolomoisky, quanto potrebbe costare agli oligarchi ucraini, che vogliono conservare l’integrità del paese, “comprare” i miliziani ribelli anziché combatterli militarmente: lo sbilancio dei costi si è rivelato notevole, e molto più economica si è rivelata l’opzione “finanziaria” piuttosto che quella puramente militare. Si ipotizza già che il “costo” per miliziano ed arma automatica sia in netta ascesa, ma, di fronte alle cifre richieste da un’operazione militare, o alle perdite derivanti da una mutilazione del paese, per gli oligarchi l’ipotesi di un “finanziamento del disarmo” sia di gran lunga più vantaggiosa.

La lotta sul terreno tra esercito regolare e separatisti prosegue senza clamori, con particolare intensità a Kramatorsk, Sloviansk e soprattutto a Mariupol, porto di rilievo e luogo cardine per una possibile avanzata militare, che permetterebbe di collegare via terra la Crimea alla nuova madrepatria russa, evitando di costruire il progettato e costoso ponte di Kerch. Salvo clamorose escalations della crisi, volte ad impedire di fatto le elezioni presidenziali ucraine, per il giorno 25 di maggio, data delle elezioni, sono previste in Russia imponenti esercitazioni aeree, proprio a ridosso del confine ucraino: a significare, per chi non lo avesse ben compreso, che una delle parti in causa possiede una forza militare schiacciante, ed è intenzionata ad usarla alla prima occasione, qualora il paese fratello dimentichi le reali gerarchie geopolitiche.

(foto: Reuters)

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