La riunione, cui erano presenti anche i rappresentanti di Francia e Germania, oltre a russi e ucraini, era stata indetta allo scopo di trovare una soluzione per una tregua definitiva tra le parti in causa. Lavrov, però, ha sottolineato che “Il cessate il fuoco deve essere senza condizioni, mentre Kiev continua a porre condizioni vaghe”. Non è stata trovata una soluzione politica capace di soddisfare tutti gli attori politici perché, ha spiegato il ministro, “le leggi sulla ‘lustrazione’ (l’esclusione da certe professioni di persone compromesse con il vecchio regime, ndr) e sul bando di partiti politici all’esame della Rada (il Parlamento ucraino) portano alla divisione del Paese”.
Lavrov ha anche precisato che reputa illegale la richiesta di aiuti militari di Kiev all’Europa: “viola tutti i precedenti accordi”. Il capo della diplomazia russa ha fatto notare come gli osservatori Osce in 3 settimane non abbiano registrato alcun passaggio illegale lungo il confine Russia-Ucraina, e che quindi Mosca “ha il diritto di prendere qualsiasi decisione necessaria alla sua sicurezza”.
Intanto, la carneficina nelle regioni orientali ucraine continua, e le ultime notizie riportano “numerosi morti civili” nei pressi di Lugansk, sulla strada tra Khriaschuvate e Novosvitlivka. Diverse fonti ucraina informano che lanciamissili mulitpli Grad e mortai sono stati sparati dai filorussi contro una colonna di rifugiati. Il portavoce militare Andrii Lisenki precisa che molte vittime sono donne e bambini. Non solo: la città di Donetsk, una delle roccaforti separatiste, è rimasta senza acqua potabile a causa dei bombardamenti, che hanno danneggiato la linea elettrica che alimenta l’impianto di purificazione. L’ufficio del sindaco, che ha informato della notizia, ha chiesto ai cittadini dotati di pozzi di aiutare i loro vicini.
Neppure le miniere sono sfuggite ai bombardamenti: l’ufficio stampa della Repubblica separatista di Donetsk ha infatti riportato che ieri un colpo di artiglieria d’ignota origine ha colpito la Komsomolets. Si tratta di una delle maggiori miniere di carbone del Donbass, che da sola produce l’8% del carbone nazionale.30 minatori sono ancora bloccati sotto le macerie, in attesa di essere salvati.
La situazione continua dunque ad essere critica, è l’unica nota positiva dei negoziati berlinesi è stata il “via libera” agli aiuti umanitari, come ha fatto sapere il ministro russo Lavrov. L’Unione Europea ha messo a disposizione 125 milioni di euro per Kiev, per stabilizzare il mercato di frutta e verdura colpito dal blocco delle importazioni deciso da Mosca. Tali soldi, utilizzabili sino a novembre, saranno a disposizione di tutti i produttori ucraini, compresi coloro che non appartengono alle organizzazioni di produttori. L’Ue si è anche detta “pronta a prendere ulteriori misure o a modificare quelle già in atto, se necessario”.