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Ucraina, una partita che Mosca è destinata a perdere

Creato il 23 aprile 2014 da Eastjournal @EaSTJournal

Posted 23 aprile 2014 in Russia, Russie with 2 Comments
di Pietro Rizzi

EUvsRussia

Ciò che sta accadendo in Ucraina è ben di più di un semplice scontro che vede fronteggiarsi l’Ucraina e la Russia, o le potenze occidentali contro Putin.

Tralasciando quel che avviene in questi giorni, e quello che si potrebbe definire “effetto collaterale” dello scontro, si è di fronte a vere e proprie visioni diverse del mondo. La posizione geografica dell’Ucraina la pone esattamente a metà strada tra un mondo, quello russo, che porta con sé necessariamente delle consuetudini antiquate e sorpassate, e quello europeo che con i propri limiti è comunque ciò che di più avanzato possa esistere.

Mi spiego. La Russia è stata la culla di un ideale, quello comunista, che è durato a lungo e che le permetteva di primeggiare, rivendicando una supremazia anche morale rispetto agli altri. La “missione” che perseguiva è stata a lungo fatta propria dalla governance russa permettendo di sacrificare i diritti dell’individuo a favore di qualcosa che veniva proposto come superiore: il benessere della pluralità giustificava le limitazioni, anche se crudeli, imposte al singolo e la popolazione lo ha accettato, almeno fino all’implosione dell’Unione Sovietica. Da allora alla Russia manca una finalità spacciabile come missione morale.

L’Unione Europea, quasi senza accorgersene, ha invece assunto il ruolo di esempio per coloro che vedono nel diritto dell’individuo un credo vero e proprio. Certo, tutti ci lamentiamo dell’Unione Europea, della crisi economica, dell’egemonia della Germania e spesso ci dimentichiamo del perché abbiamo assunto questo tortuoso percorso comune. Fuori dai confini europei invece l’Unione Europea significa libertà, diritti inalienabili, limitazioni per lo Stato. Abbiamo tutti espresso il sentimento in qualche affermazione di vedere un assolutismo, magari illuminato, che finalmente mettesse dei limiti alla burocrazia, alla lentezza dell’azione statale, all’inefficacia, ma ben pochi di noi scambierebbero il loro status di cittadini europei per diventare cittadini di paesi dove la polizia impunemente blocca le persone per strada chiedendo tranquillamente delle tangenti, o dove la volontà di un Presidente o degli oligarchi potrebbe limitare senza grosso scandalo le proprie libertà fondamentali.

L’Europa, ed è questo il motivo per il quale nonostante i suoi limiti continuerà ad espandersi, rappresenta bene ciò che il sociologo Toynbee, in altri contesti, presentava come una potenza radioattiva, cioè capace di attecchire anche in ambienti esogeni a quelli in cui è nata. E’ portatrice di un’aggressione culturale che ormai da decenni assedia lo spazio ex sovietico e Putin, che è fine politico, ne è a conoscenza.

In Ucraina sta avvenendo uno scontro che, seppur giustificato ormai da cause contingenti diverse, e sviluppato da forze che non hanno certo tutto ciò in mente, rappresenta bene questa situazione. Come stato cuscinetto tra sfera di influenza russa ed europea è considerata da Mosca come l’ultimo baluardo prima dell’avanzata all’interno dei propri confini di questi valori che potrebbero prender piede inesorabilmente, trasformandola totalmente. Tale processo è inarrestabile, ma può essere procrastinato ed è ciò a cui mira Putin. L’Europa si è inserita nell’affaire ucraino con strumenti non propri quali la potenza geostrategica e l’appoggio ad una fazione ritenuta “più buona” dell’altra. Con queste armi la Russia è destinata a vincere: gioca meglio, e con maggiore sagacia. Ma se l’Europa saprà attendere, sarà vittoriosa, senza giochi sporchi e senza l’uso di metodi che non è capace di utilizzare. E’ solo questione di tempo.

Tags: democrazia, diritti, Geopolitica, Pietro Rizzi, Putin, Russia, Ucraina, Unione Europea Categories: Russia, Russie


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