Adagiata sulle rive di tre laghi dalle acque cerulee, Udaipur è incorniciata dalle morbide colline degli Aravalli, la bassa catena montuosa che attraversa il Rajasthan e fu costruita dal Maharajah Udai Singh, da cui prende il nome. Arrivare qui è come raggiungere un’oasi nel deserto, per le acque e per il clima piacevole anche in un mese torrido come agosto.
Quando sono in viaggio mi viene fatto notare che sorrido spesso, cosa che generalmente mi permette di entrare in contatto più facilmente con le persone. Così è stato anche con Virendra Bansal, un gioviale signore seduto di fronte al suo negozio di anticaglie. La simpatia reciproca è immediata e nel giro di poco invita noi tutti ad andarlo a sentire suonare a casa sua, la mattina seguente. Ci accoglie mentre beve un fumante masala chai e, prima di iniziare a suonare, racconta che in Rajasthan sono solamente in due a suonare il Sarod, uno strumento che produce suoni attraverso il pizzicamento delle sue corde. E’ realizzato in pelle e legno e produce una musica un po’ ipnotica ma piacevole e rilassante. Se si ascolta il suo suono ad occhi chiusi si possono distinguere quattro strumenti differenti che creano un’atmosfera magica, in questa terra di principi e tesori.
I palazzi, le musiche che si sentono nell’aria, le strade brulicanti di persone ed animali, la vita quotidiana che non si ferma mai mi fanno desiderare un luogo di pace, al riparo da tutto e tutti.
Udaipur offre il posto ideale, all’interno dello Shiv Niwash Palace e del lussuoso hotel ospitato all’interno delle sue mura. All’ingresso della SPA veniamo accolti da una sorridente e giovane ragazza che, dopo averci fatti accomodare in ufficio, mostra i pacchetti benessere offerti dalla struttura. Senza la minima esitazione scegliamo quello tradizionale indiano che prevede un massaggio completo corpo, lo scrub con sale integrale ed oli essenziali e lo shirodara. Il nome significa ‘colata sulla fronte’ perché, mentre si resta sdraiati sopra un particolare tavolo in legno, viene colato sul terzo occhio, al centro della fronte, un litro di olio medicato. Ad occhi chiusi mi concentro sull’effetto rilassante del trattamento e mi godo gli aromi che di diffondono nella stanza. L’olio utilizzato è quello di sesamo, il suo profumo è caldo, avvolgente, sa ti tostatura e fiori gialli estivi, le cui essenze sono esaltate dal sole. Mi ricorda l’ambra per l’odore ma anche per il suo colore, scintillante se colpito dalla luce. Esco da quell’ambiente tranquillo in uno stato di totale beatitudine, che però sparisce appena esco dalle mura del palazzo ed inizio a camminare verso il mio hotel. Ma si sa, l’India è così.
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