È il messaggio lanciato dall'Associazione degli operatori satellitari europei (Esoa) e dall'Ebu, l'Unione delle emittenti europee. «Bisogna evitare di creare un nuovo 'digital dividè come sulla banda larga», ha avvertito l'ad di Eutelsat e presidente Esoa Michel de Rosen. Due le richieste a Bruxelles: «l'armonizzazione delle norme in Europa per un vero mercato unico» e «favorire gli investimenti che permetteranno a questo sistema ibrido di diventare realtà» perchè se la nuova Commissione Ue che ha una «squadra formidabile» agisce «senza tardare», «l'Ue può diventare leader».
In Europa ci sono già 8 milioni di televisori capaci di ricevere la 4K, e sarebbe «di corte vedute» puntare tutta l'attenzione «solo sulla 5G», ha avvertito Aarti Holla, segretario generale dell'Esoa, chiedendo a Bruxelles di «definire i requisiti per il futuro ecosistema Ue delle tlc». La tv ad altissima definizione è «una grandissima opportunità non solo per l'industria dei contenuti ma anche per quella delle tlc», ha riconosciuto il vice direttore generale della Dg Connect della Commissione Ue Roberto Viola, sottolineando però che «la maggior parte degli investimenti deve venire da soggetti privati» a cui quelli pubblici faranno da «complemento».
L'Italia, intanto, «si situa malissimo, all'ultimo posto in Europa per la banda larghissima», con «pochi investimenti» ma dove «la prima responsabilità è dei privati». Il governo «sta facendo bene cercando di portare avanti un piano organico, però il lavoro da fare è tanto».