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UEFA - Relazioni sulla responsabilità sociale
Creato il 02 giugno 2014 da Stefano Pagnozzi @StefPag82La UEFA ha pubblicato due relazioni che sottolineano il suo impegno nella responsabilità sociale sfruttando la grande popolarità del calcio. La prima riguarda le attivitàsvolte a UEFA EURO 2012, la seconda le iniziative in questo settore nella stagione 2012/13.
La relazione sul Campionato Europeo sintetizza i doveri e le attività della UEFA, il cui obiettivo era attuare un efficace programma di responsabilità sociale. L'esauriente documento esamina tutti gli aspetti rilevanti per il torneo in Polonia e Ucraina che ricadevano nell'ambito e nell'influenza della UEFA.
"Un torneo importante come UEFA EURO 2012 comprende diversi aspetti economici, sociali e ambientali correlati alla sostenibilità - si legge nella relazione -. Molti di essi, come i trasporti, gli approvvigionamenti, la formazione dei lavoratori, i volontari, la soddisfazione dei clienti, la salute, la sicurezza e il doping sono alla base dell'organizzazione del torneo. (...) Un plauso va a tutte le persone che hanno lavorato a UEFA EURO 2012 perché la sostenibilità è aumentata nettamente rispetto a UEFA EURO 2008, nonostante le più difficili circostanze politiche, economiche e sociali".
La relazione di 140 pagine esamina diverse attività di responsabilità sociale della UEFA in ambiti come: accesso per gli spettatori, trattamento degli animali, solidarietà, diversità, energie, tifo, amministrazione, salute, integrazione, infrastrutture, approvvigionamenti, sicurezza, trasporti, rifiuti, acqua e forza lavoro.
Peter Gilliéron, membro del Comitato Esecutivo UEFA e presidente del Comitato fair play e responsabilità sociale della UEFA, ribadisce che la UEFA può dirsi molto orgogliosa per le opere di responsabilità sociale svolte in Polonia e Ucraina. "La relazione si concentra sugli aspetti economici, sociali e ambientali a UEFA EURO 2012 (...) e passa in rassegna 20 aspetti critici, come identificato dai nostri portatori di interesse. Il documento può fungere da indice comparativo per i Campionati Europei del 2016 in Francia e per EURO 2020, che si svolgerà in 13 città di paesi diversi".
La relazione illustra le modalità con cui l'importante torneo è stato utilizzato per affrontare problemi sociali specifici che riguardano il calcio, sottlineando che l'obiettivo della UEFA era un programma di responsabilità sociale che avesse un impatto sia all'interno che all'esterno dei paesi ospitanti. Inoltre, elenca i presupposti, le politiche e gli obiettivi da perseguire in questi ambiti, presenta i risultati e i traguardi raggiunti e offre cifre utili, come i confronti con gli altri Campionati Europei.
"Di particolare importanza - aggiunge Peter Gilliéron -, erano quattro temi chiave come l'integrazione, la diversità, il tifo e la salute". In queste aree sono stati raggiunti numerosi risultati come: il calo degli episodi di razzismo; la campagna antirazzista presentata in occasione delle semifinali; un accesso più agevole per i tifosi diversamente abili; gli incontri dimostrativi disputati da calciatori diversamente abili prima dei quarti di finale, a sottolineare che il calcio è uno sport per tutti; la promozione di uno stile di vita sano da parte di oltre 6000 volontari e stagisti in Polonia e Ucraina; le ambasciate fisse e mobili per i tifosi, per offrire indicazioni e consigli a migliaia di visitatori; la possibilità data a un gruppo di orfani di assistere per la prima volta una partita di calcio; i 3000 euro donati dalla UEFA al CAFE (Centre for Access to Football in Europe) per ogni gol segnato durante la fase finale.
Per la prima volta, la relazione è stata scritta secondo le nuove linee guida della Global Reporting Initiative (GRI), che definisce le modalità di redazione dei documenti sulla sostenibilità. "Lo slogan di UEFA EURO 2012 era 'Creare la storia insieme' - aggiunge Gilliéron -. La relazione dimostra ampiamente che lo slogano non era casuale, bensì esprimeva un dovere chiaro e tangibile che siamo fieri di aver rispettato".
Anche la relazione sul calcio e sulla responsabilità sociale per il 2012/13 13 descrive l'opera continua e la dedizione quotidiana della UEFA per raggiungere i suoi obiettivi in questa area. Il documento evidenzia che l'organo di governo del calcio europeo ha sviluppato e ottimizzato le sue attività in collaborazione con un gruppo selezionato di specialisti in ambiti quali diversità e integrazione, ambiente, salute, pace, riconciliazione e solidarietà. "In termini pratici - commenta Gilliéron -, significa che alle competizioni UEFA è stato imposto il divieto di fumo e che le manifestazioni sono più accessibili ai tifosi e più ecologiche, ma anche che il calcio viene utilizzato per unire la gente senza discriminazioni etniche o religiose".
La relazione analizza le opere di responsabilità sociale svolte dalla UEFA nel 2012/13, con iniziative come: l'invio di un gruppo di bambini meno privilegiati alla finale di UEFA Europa League; l'ampia risonanza alla campagna antirazzista condivisa con la rete FARE nelle competizioni per club; il sostegno alle scuole multiculturali con il progetto Open Fun Football, che unisce le persone separate nelle aree di conflitto; il dialogo fruttuoso con gruppi di tifosi, la linfa vitale del calcio; infine, tutte le attività per favorire l'integrazione nel calcio, uno sport che deve essere aperto a tutti a prescindere da etnia, età, sesso, religione o disabilità.
La relazione mette in evidenza le principali cifre, i risultati e gli obiettivi, sottolineando l'approccio strategico della UEFA al calcio e alla responsabilità sociale. "La UEFA ha, per così dire, scelto le sue battaglie selezionando tematiche particolarmente rilevanti per la società e il calcio in Europa", spiega Gilliéron.
"La relazione rappresenta una tappa importante di un lungo viaggio - conclude -. Spero che (...) il desiderio di avere un impatto positivo sulla società con tutto quello che facciamo rimanga visibile negli anni".
Fonte:UEFA.org
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