U.F.O. e black out nel biennio 1965-1966: preludio di un patto scellerato?

Creato il 21 luglio 2014 da Straker

Il 23 settembre 1965 un U.F.O. fu scorto sorvolare la città messicana di Cuernavaca e subito dopo il centro fu avvolto dall’oscurità. La stampa locale associò i due fatti cui diede notevole autorevolezza la testimonianza oculare del governatore, Emilio Riva Palacio. Più drammatica fu l’interruzione dell’erogazione dell’energia elettrica occorsa tra New York, Boston e Toronto il 9 novembre 1965. Quella sera otto stati della Federazione e la provincia canadese dell’Ontario, precipitarono nel buio a causa di un malfunzionamento nella centrale elettrica del Niagara: secondo le fonti ufficiali, il problema era stato causato dalla rottura di un relais. L’oscuramento durò dieci ore, gettando nel timor panico milioni di persone tra Statunitensi e Canadesi.
L’eco del big black out non si era ancora spenta che fu la volta di Londra, poi di Stoccolma, di Bahìa, di Rio de Janeiro, del Texas e del Nuovo Messico, dell’Olanda orientale, dell’Alaska, del Canada settentrionale, dell’isola di Vancouver, di Melbourne e dintorni, di Buenos Aires e zone limitrofe, dell’Italia meridionale. Tutto ciò nel breve arco di due mesi, in regioni distanti tra loro e contraddistinte da condizioni climatiche e tecnologiche differenti.
Tali “eclissi” della luce aprirono delle falle nel sistema della difesa statunitense e di altre nazioni. Le basi dell’U.S.A.F. di Giggs, Holloman e Fort Bliss nonché l’installazione missilistica di White Sands dovettero ripiegare sui gruppi elettrogeni, mentre la rete radar in Alaska fu messa completamente fuori uso. L’autorevole quotidiano “Time” confermò che, durante l’oscurità, i Newyorkesi videro nel cielo un ordigno che ritennero un satellite sovietico. Un pilota istruttore, mentre sorvolava la linea elettrica che collega Clay alle cascate del Niagara, si imbatté in una “palla di fuoco”, notata anche da un altro testimone a terra.
Nel 1966 il buio calò sull’Italia meridionale. La testata “Paese sera” del 10 gennaio 1966 scrisse all’interno di un articolo di prima pagina su nove colonne: “Un globo luminoso è apparso nel cielo di Napoli, a mille metri di altezza nella direzione di Capri, proprio pochi istanti prima che la luce elettrica si affievolisse per poi spegnersi del tutto. Due aerei, decollati da un aeroporto della N.A.T.O., sono stati visti sfrecciare vicini alla sfera, che poi si è allontanata, e compiere evoluzioni di ricognizione".
Il giornale genovese “Il Lavoro” in quell’occasione titolò tra il serio ed il faceto: “Sono i Marziani a spegnere le fonti di energia elettrica?”.
Il primo ricercatore a congetturare una relazione fra le interruzioni di corrente e velivoli non identificati fu il console ed ufologo Alberto Perego nella metà degli anni ‘50 del XX secolo. La sua ipotesi fu ripresa nel decennio successivo, quando si constatò che spesso le power failures erano precedute da avvistamenti di oggetti volanti non identificati o erano simultanee alle segnalazioni stesse.
Tra parentesi osserviamo che l’avvistamento di globi luminosi è non di rado foriero di terremoti, eruzioni vulcaniche, conflitti. Anche le manifestazioni “mariane” – in realtà, nella maggioranza dei casi, di matrice allotria – anticipano talora lo scoppio di guerre e di epidemie.
Come interpretate tali concomitanze? Sono soltanto combinazioni o entità ostili flettono i muscoli, nel caso soprattutto dei black out, per dimostrare la loro potenza, per intimidire e convincere qualche esponente governativo recalcitrante a sottoscrivere patti scellerati?
La data del 9 novembre 1965 è doppiamente significativa: contiene le cifre 911 (o 119) nel giorno e nel mese, come se fosse un messaggio criptico ed un sinistro sigillo cui ci hanno reso avvezzi numerose tragedie successive (9 11 2001, in primis). Inoltre le misteriose mutilazioni animali datano proprio dalla metà degli anni ‘60 del XX secolo, come se, stipulato o più probabilmente ridefinito un accordo anteriore, l’esecutivo segreto avesse dato il benestare ai loro malefici alleati non terrestri di avviare su larga scala l’operazione “cattle mutilations”?
E’ una coincidenza se la data ufficiale in cui fu scoperto il primo animale mutilato è il 1967?
In quell’anno una coppia di coniugi del Colorado, Berle e Nelle Lewis, chiesero ad un parente di accudire per un breve periodo uno dei loro cavalli, Lady (fu poi erroneamente ribattezzata Snippy). Lady aveva tre anni, era di razza Appaloosa e, fin da piccola, aveva dimostrato un temperamento esuberante. Il rancher Harry King, fratello di Nelle Lewis, portò Lady in uno dei suoi pascoli così che potesse brucare e scorrazzare in grandi spazi aperti. La mattina del 9 settembre 1967 Harry King, durante una visita di controllo nei suoi pascoli, si trovò al cospetto di uno spettacolo raccapricciante. La giumenta era stata orribilmente mutilata: la testa ed il collo erano stati scarnificati. Il resto del corpo non era stato toccato. Il suo teschio era così bianco e pulito che sembrava essere stato irraggiato per molte settimane da un'energia molto intensa. Quando furono eseguite le prime analisi, emerse che le aree interessate dall’asportazione non presentavano residui di sangue o di altri liquidi corporei. Tracce piuttosto elevate di radioattività furono registrate nel luogo dove Lady era stata uccisa. Il taglio praticato alla base del collo fu reputato dagli esperti molto preciso. King, poco dopo l’evento, dichiarò ai giornalisti che nessun coltello o arma da taglio avrebbe potuto compiere un’incisione così accurata. Due settimane dopo il rinvenimento della carcassa, il dottor John Henry Altshuler, patologo del Rose Medical Center a Denver, compì l’autopsia. Egli individuò subito un’incisione netta alla base del collo: la ferita mostrava resti di colore nerastro dovuti alla cauterizzazione immediata della lacerazione. Ad un esame interno dell’animale si riscontrò l’assenza del cuore, dell’intestino e della tiroide. Ulteriori indagini indussero i ricercatori a supporre che lo strumento usato per incidere il collo dell’animale fosse stato un laser chirurgico verosimilmente già in possesso dei militari. Testimonianze successive riportarono la presenza di strani bagliori nei luoghi nella zona in cui era stata trovata la giumenta. La madre di King aveva osservato un“enorme oggetto luminescente”. Pure una residente della Saint Louis Valley, la signora Duane Martin, aveva scorto, il giorno precedente il rinvenimento di Lady, alcuni oggetti che assomigliavano a “piccoli jet”. I singolari apparecchi avevano evoluito nella zona a velocità molto elevata e radenti il suolo.
Si potrebbe concludere che l’avvistamento di “segni nel cielo” non è quasi mai un fausto presagio…
Sitografia:
ansuitalia
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