La buona notizia di quest’oggi è che l’epidemia di ebola, la”morte rossa” così denominata, iniziata lo scorso mese di luglio nel territorio del distretto occidentale di Kibale, in Uganda, è cessata.
L’annuncio arriva direttamente dal ministero della Sanità di Kampala e riporta nel Paese una certa quale tranquillità.
Infatti, nei mesi passati, il ministero ha monitorato, tenendo sotto stretto controllo, l’espandersi della malattia virale nell’area infetta e riferisce che dal 3 del mese di agosto a Kibale non ci sono più stati casi nuovi di ebola.
Passando alle statistiche fornite dallo stesso ministero, nel periodo in questione, su 27 persone contagiate 17 hanno perso la vita.
L’ebola ,che si manifesta con forti febbri di natura emorragica, porta alla morte nella maggior parte dei casi (90%).
E’ facile esserne contagiati mediante contatto diretto con le persone infette.
Proprio in Uganda,fin dai primi casi di ebola, negli anni passati, accanto alla popolazione civile abitante nei villaggi e colpita senza scampo dal male, ci sono stati sono stati alcuni tra i missionari e le missionarie uccisi dall’ebola.
E questo proprio per non abbandonare e soccorrere, come era possibile allora, la gente e quando ancora del male si ignorava tutto.
Oggi, che è nota la pericolosità dell’infezione, si cerca di prendere tutte le possibili precauzioni nell’assistenza ai malati, creando degli spazi di isolamento appositi negli ospedali e attrezzando il personale sanitario in maniera adeguata.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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