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Uguaglianza imposta o disuguaglianza reale?

Creato il 17 settembre 2013 da Hodyjean

Andrea,uno studente, ha sempre studiato un sacco. I professori, vedendo le sue capacità, lo hanno spesso premiato con voti alti, talvolta più alti di quelli che si meritava, ma comunque sempre in linea con quanto aveva studiato. Giovanni, un altro studente, al contrario non ha mai studiato. I professori, non vedendo le sue capacità, lo hanno spesso punito con voti bassi, talvolta più bassi di quelli che si meritava, ma comunque sempre in linea con quanto aveva studiato. I professori sono stati intelligenti, mi verrebbe da dire. Hanno capito un precetto fondamentale: non tutti gli studenti sono uguali,non tutti hanno le stesse capacità, ed è giusto che qualcuno sia premiato più degli altri, e che qualcuno sia premiato meno degli altri, se non sa nulla. Immaginate ora che i professori non riconoscessero queste capacità e che invece imponessero per tutti gli studenti gli stessi voti a prescindere dalle reali abilità. Sarebbe giusto? No, mi pare chiaro. Sarebbe un’imposizione che non corrisponde al vero. Sarebbe un forzare la realtà tentando di appiattire ogni differenza tra gli alunni.Sarebbe soprattutto un qualcosa di contrario a ogni forma di giustizia sociale,a mio parere.

Bene, ora sappiate che una delle ideologie politiche con più successo dell’ultimo secolo, il socialismo , si basa proprio su questo concetto. “Teoria o ideologia che postuli una riorganizzazione della società su basi collettivistiche e secondo principi di uguaglianza sostanziale, contrapponendosi alle concezioni individualistiche della vita umana”, non significa altro se non che nessuna differenza tra gli uomini viene più considerata, che all’uomo viene imposta l’uguaglianza, al posto di una disuguaglianza che è naturale, reale, che si viene a creare a causa delle capacità dei singoli. Per quale motivo Giovanni dovrebbe avere la stessa ricchezza di Andrea? Perchè i due dovrebbero essere uguali? Sono individui profondamente diversi, con delle caratteristiche particolari e differenti. Certamente essi devono essere ugualmente importanti, devono poter usufrire degli stessi servizi di base, scuola e sanità, ma niente oltre a questo.

La disuguaglianza è quindi la forma più naturale e giusta della natura umana, antopologicamente. E dal punto di vista economico?

Certo sarebbe magnifico se ogni persona potesse godere di una grande ricchezza.Eppure ciò è impossibile, utopico e irrealizzabile. Confrontandoci con la realtà dei fatti anche dal punto di vista economico è migliore una società che punta verso la disuguaglianza. Il problema del socialismo economico è che un aumento incontrollato del debito pubblico e del denaro messo in circolazione, non porta assolutamente a una maggiore ricchezza dei ceti più deboli, ma anzi li impoverisce ancora di più. Se le tasse si alzano aumenta notevolmente la disoccupazione, con il fallimento di parecchie aziende. La ripresa diviene impossibile, il debito impedisce ogni riforma, la società si blocca e rimane stagnante. Ogni politica socialista è a lungo termine contraria ai più poveri. La dimostrazione, reale, concreta, ce la danno Margaret Thatcher e i suoi governi negli anni ’80 .

Uguaglianza imposta o disuguaglianza reale?

 

Durante il periodo Thatcher la disugualianza è cresciuta di parecchio, i ricchi sono diventati più ricchi, ma la cosa fondamentale è che tutti hanno goduto di una maggiore ricchezza. Il ragionamento da fare è che è inutile tentare di giungere a un’uguaglianza economica in cui tutti sono più poveri, senza il vantaggio per nessuno e con più difficoltà per i ceti meno abbienti.Seguendo la logica non ha alcun senso preferire dei poveri più poveri piuttosto che una collettività più ricca.L’uguaglianza imposta, oltre a essere contraria a ogni principio di capacità dei singoli, semplicemente non funziona. E il liberismo,con tutti i suoi limiti, rimane un’idea di società migliore di quella per la quale a Andrea e Giovanni, i due studenti, viene imposta un’uguaglianza che non corrisponde a realtà.

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