UILCOM-UIL LIBERSIND-CONFSAL
Cagliari, 19.02.2013
Al Presidente della Fondazione Teatro Lirico di Cagliari Massimo Zedda
p.c Al C.d.A. della Fondazione Teatro Lirico di Cagliari
Al Presidente della Regione Sardegna Dott. Ugo Cappellacci
Al Presidente della provincia di Cagliari Dott.ssa Angela Maria Quaquero
Al Sindaco di Cagliari Massimo Zedda
Al Presidente della Fondazione Banco di Sardegna Dott. Antonio Angelo Arru
Al Presidente del Consiglio Regionale
Al Presidente del Consiglio Provinciale di Cagliari
Al Presidente del Consiglio Comunale di Cagliari
A tutti i capi gruppo del Consiglio Regionale
A tutti i capi gruppo del Consiglio Provinciale di Cagliari
A tutti i capi gruppo del Consiglio Comunale di Cagliari
A tutti i Consiglieri Regionali
A tutti i Consiglieri Provinciali di Cagliari
A tutti i Consiglieri Comunali di Cagliari
Probabilmente ha ragione Gianluca Floris nell’affermare che “siamo finalmente riusciti a distruggere tutto”, riferendosi al Teatro Lirico di Cagliari.
Nella nostra azienda, da quando si è insediato il sig. Zedda quale presidente, regna un’anarchia premeditata e funzionale al totale affossamento del teatro; invece di considerare la fondazione quale fonte generatrice di ricchezza, di profitto (si badi bene non di “cultura”, sostantivo assente tra i lemmi di questa politica) e fonte di reddito per oltre trecento famiglie, la si valuta “una fabbrica di sogni e un incubo per i finanziamenti”come ha affermato Luciano Uras, consigliere regionale SEL.
E’ risaputo che il sig. Zedda ritiene cosa degna dare la propria solidarietà ai dipendenti di Energit, Carbosulcis e Alcoa (persone degne alle quali va tutto il nostro sostegno) stimando, invece, quelli della nostra istituzione lavoratori di serie B; lo stesso consigliere regionale Uras (SEL), in consonanza con il sig. Sindaco, nella sua intervista all’Unione Sarda del 12 febbraio mette, nemmeno tanto velatamente, i cassaintegrati in antitesi con i dipendenti della fondazione in modo demagogico e capzioso, cercando di far passare il messaggio che causa della situazione in cui versano sia da addebitarsi anche al teatro lirico. Abbia la pudicizia di ricercare le cause di questo sfacelo nell’insipienza, negli sperperi e nell’incapacità della politica, o meglio, di alcuni uomini politici. I lavoratori di questa fondazione hanno visto decurtato il loro salario, già il più basso tra i teatri italiani, del 22%; immaginiamo che anche la retribuzione del signor Uras abbia subito una pari riduzione visto il periodo di crisi che il paese sta attraversando !
La situazione lavorativa all’interno dell’azienda rispecchia a pieno la volontà e i propositi del nostro presidente: immobilismo totale. L’insediamento della signora Crivellenti, peraltro disconosciuto dal MIBAC ritenendo l’incarico di sovrintendente “non formalmente coperto”, secondo l’ormai famoso intuito del sig. Zedda, avrebbe dovuto portare una ventata di freschezza, nuove idee, un “new deal”; ebbene, è accaduto l’esatto contrario: sono trascorsi oramai due mesi dall’assunzione del nuovo dirigente e nulla è stato fatto di quanto fosse necessario per salvare e fermare il declino inarrestabile del teatro; ma forse questo non è lo scopo del nostro sindaco.
A marzo dovrebbe iniziare la stagione lirica e non sono ancora stati fatti i contratti ad artisti e direttori, i dipendenti non sanno quale sarà la programmazione a partire dal prossimo mese (se ci sarà), lo stipendio dei lavoratori è stato tagliato del 22% e né Zedda né la signora Crivellenti si sono disturbati a comunicare quali siano le basi giuridiche sulle quali poggia tale decurtazione salariale, gran parte dei tecnici e degli artisti di coro e orchestra non ha mai ricevuto il vestiario che contrattualmente spetta e lo ha acquistato a spese proprie, i dispositivi di protezione infortunistica in dotazione al personale tecnico non sono rinnovati alla scadenza, le indennità strumento degli orchestrali sono ferme da oltre un decennio, dipendenti vengono fatti lavorare al di fuori dei dettami del contratto collettivo nazionale di lavoro, di premio produzione non se ne parla da due anni… e si potrebbe continuare oltre. Senza voler sconfinare in ambiti damagogici è inevitabile domandarsi quale sia la funzione di una sovrintendente che, lautamente remunerata con 120.000 € annui ossia 10.000€ al mese, invece di risolvere le problematiche gestionali interne sopra menzionate, di proporre idee innovative, di allargare gli orizzonti futuri entro i quali operare, di agire da manager di un’azienda da rilanciare, è a due mesi dal suo insediamento totalmente e preoccupantemente assente.
Questa, in sintesi, la gestione del “nuovo corso” del sig. Zedda: tagli agli stipendi dei dipendenti, 120.000€ di stipendio al nuovo sovrintendente , mancato rispetto di norme contrattuali, assenza di alcun confronto, denigrazione sistematica dei lavoratori del teatro.
Non male !!!!
Auspicio delle scriventi è che la politica che ha realmente a cuore la “polis” e la sua gestione abbia la lungimiranza di capire che un teatro gestito con una “normale ma reale competenza”, specialmente in una regione turistica come la Sardegna, potrebbe essere una risorsa enorme e fungere da volano per il rilancio dell’economia dell’isola; al contrario procedendo di questo passo il declino non è probabile bensì inevitabile ed inarrestabile.
Condividi su Facebook.