Nuova ed imperdibile puntata di Ulisse il piacere della scoperta, il programma di Rai3 condotto da Alberto Angela che ci accompagna in un viaggio televisivo straordinario, portandoci molto indietro nel tempo, in una civiltà antica capace di costruire spettacolari testimonianze: Paestum, Siracusa, Agrigento sono i siti archeologici di templi, teatri e palazzi che ancora oggi ci raccontano tantissimo dei Greci e anche di noi stessi. Un viaggio alle origini della prima grande civiltà europea raccontata al tempo del suo massimo splendore e che espandendosi nel bacino del Mediterraneo ha dato origine in Italia a tante piccole colonie, dove si parlava il greco, una civiltà avanzata, una grande civiltà appunto, che noi oggi conosciamo come Magna Grecia.
I Greci hanno rivoluzionato e imposto modelli destinati a influenzare il mondo occidentale per i millenni a venire. Hanno solcato i mari, hanno convissuto con il principio della bellezza e ci hanno lasciato un’eredità di cultura gettando le basi dell’estetica e della democrazia. Ancora oggi ogni campo del sapere è impregnato delle conquiste di questo popolo straordinario, dal teatro all’aritmetica, dalla politica alla medicina, dall’astronomia alle tecniche militari tutto parte da loro, tutto è stato inventato da loro, tutto è stato detto o pensato per la prima volta da loro, dai Greci.
Le città, sparse per il Mediterraneo arrivarono ad essere quasi 700. E di queste quasi un terzo si trovano in Italia. Veri e propri insediamenti urbani, le città-stato, le Polis, che avevano un legame stretto con la città d’origine, ma autonome e libere, centri politici, economici e militari, con una legge riconosciuta da tutti, con le stesse origini culturali e religiose ma con concetti di libertà e democrazia, che crearono il fondamento di ogni stato moderno.
Paestum è una di queste e ancora oggi possiamo ammirare il tempio di Poseidone. Nonostante il nome con il quale lo s’identifica, si ritiene che esso fosse dedicato alla dea Hera. Fu Costruito intorno al 450 a.C. seguendo lo stile architettonico dorico classico: lo stesso del Partenone di Atene. Il tempio più bello, maestoso e meglio conservato, denuncia l’aspetto fortemente religioso di questo popolo che agli dei si rivolgeva per chiedere tutto. Intermediario sulla terra era l’oracolo, il più importante oracolo dell’antica Grecia, fu quello di Delfi, città della Grecia. Nella cella del tempio, al centro del pavimento, vi era una crepa da cui si sprigionavano vapori forse gas allucinogeni capaci di indurre una specie di trance. Al di sopra di questa crepa era piazzato il tripode su cui l’oracolo (chiamata Pizia) si sedeva durante le sessioni oracolari. L’effetto dei fumi induceva un delirio, durante il quale la pizia pronunciava suoni e parole sconnesse che venivano accuratamente trascritte e successivamente interpretate e comunicate all’interrogante dai sacerdoti che in questo modo proclamavano la volontà di Zeus. Grazie ai loro consigli si poteva iniziare una nuova vita, intraprendere una guerra, cercare l’amore, avere figli ecc.
Religiosi, esperti navigatori, cultori del bello e abilissimi guerrieri. Battaglie passate alla storia come quella contro i Persiani di Serse combattuta da Leonida, quella di Salamina e quella di Maratona che ha reso celebre Filippide, il soldato morto di crepacuore, sfinito dalla corsa, appena giunto a riferire la notizia. Queste guerre rappresentarono anche lo scontro non soltanto militare ma ideologico tra dittatura e democrazia. La parola democrazia nasce dalla fusione dei termini “demos” (popolo) e “kratos” (potere); indica dunque un tipo di organizzazione dello stato che consente a”tutti” di partecipare realmente alla sua amministrazione. Proprio in Grecia per la prima volta, l’ assemblea dei cittadini divenne l’unica responsabile dell’amministrazione pubblica, dando vita ad un’esperienza radicalmente diversa da quelle che caratterizzarono le altre società del mondo antico. In democrazia, infatti, non si conoscono “sudditi” ma solo “cittadini”.
In ogni caso si pensava che solo gli uomini liberi, maschi e adulti potessero godere dei diritti politici. In nessuna polis fu mai consentito agli schiavi e alle donne di accedere alla gestione del potere. Nettamente divisa in due: da una parte gli uomini, impegnati nella guerra, nei viaggi, nei commerci e nelle attività pubbliche; dall’altra le donne “dalle bianche braccia”, le cui pelli non si abbronzano perchè trascorrono la maggior parte della vita rinchiuse nella casa. Mancava la parità dei sessi, le donne non avevano alcun diritto, conducevano una vita ritirata, staccata dalle manifestazioni pubbliche e intellettuali, non potevano uscire dalle pareti domestiche, si occupavano dei bambini piccoli e della casa. Erano tuttavia indispensabile per la procreazione di figli legittimi che assicurano la trasmissione dei beni di famiglia e la continuità della polis. A parte poche eccezioni, le donne greche sono vissute e morte senza nome, senza lasciare una traccia paragonabile a quella dei cittadini e combattenti maschi, che però si dedicavano al piacere sessuale non solo con la moglie ma anche con concubine, prostitute e non destava nessuno stupore che un uomo si sentisse sessualmente attratto da un bel ragazzo imberbe e che intrattenesse con lui rapporti erotici. Non si trattava però di una vera e propria omosessualità, nel senso che l’amore omosessuale coesisteva con le pratiche eterosessuali e probabilmente, in qualche misura, anche le influenzava. Un approccio tollerante e libero da ogni senso di colpa.
Tra le civiltà che hanno segnato la storia la Grecia rappresenta una pagina fatta di bellezza, armonia, politica, letteratura, arte, filosofia e scienza la cui eredità ancora ci influenza.