Dice e non dice, Jan Ullrich, nel solco di una tradizione che accomuna molti degli atleti invischiati in storie di doping.
Ho avuto un ruolo in quanto successo nel ciclismo tra la fine degli anni ’90 e l’inizio dei Duemila, ma non voglio parlarne come invece hanno scelto di fare altri colleghi
ha “confessato” Ullrich. Prima di analizzare, questa volta esplicitamente, la situazione del ciclismo contemporaneo:
Conosco personalmente corridori come Gerald Ciolek e Tony Martin. Mi fido di loro e lo stesso dovrebbero fare i fan. La nostra generazione di giovani merita un’opportunità, non di essere sempre accostata ad un passato torbido
Jan Ullrich, che tiene un blog su Yahoo molto seguito in Germania (e non solo), ha poi individuato negli organizzatori dei Grandi Giri le figure che armano la mano del ciclista e lo spingono a sottoporsi a pratiche dopanti:
Per il Tour #100 si farà due volte l’Alpe d’Huez lo stesso giorno, e gli organizzatori del Giro – che, dice Ullrich, soffrono un complesso di inferiorità rispetto ad ASO – stanno riducendo sempre più le tappe pianeggianti per cercare lo spettacolo su percorsi misti e in montagna. Questa linea mi preoccupa, e mi chiedo se sia la strada giusta per il ciclismo..