-Il figlio dagli occhi azzurri ha camminato nelle profondità della bocca di un enorme cimitero, e, prima che i suoi occhi prendessero il colore del cielo, ha guardato la vita strapparsi . Ha visto dei neonati, circondati dai lupi, condannati a guardare da lontano le autostrade ricoperte di diamanti, sulle quali nessuno di loro avrebbe potuto mettere piede. Gli alberi avrebbero sanguinato, in un coro di migliaia di lingue spezzate e voci rotte da una tosse incontrollabile, piegate da spasmi letali. Uomini disarmati, senza riscossa e nessuna possibilità di giustizia. Questa disgrazia non avrebbe avuto nessun suono fragoroso, il rumore della morte non sarebbe stato annunciato violentemente a tutti coloro che stavano per incontrarla. Fu il silenzio. I poeti non trovarono spazio in quell'attimo, sul crinale della fine, e furono lasciati ad agonizzare nelle fogne della brutalità umana. Il figlio dagli occhi azzurri, prima che la vita venisse bruciata da dentro, si mise a correre. Ma tutto quello che trovò furono le acque della sua città riempite di veleno. Zero era il numero, nero il colore. La faccia del boia rimase sempre ben nascosta. Il bambino non avrebbe potuto più vedere nemmeno quella di sua madre. -
La nostra ricchezza poggia sulle spalle di chi non ce l'ha. E' una legge ferrea dell'economia. Questa legge non trova spazio nei manuali, è un assunto che ha risalito la vetta e si è guadagnato lo status di "dato di fatto". Trent'anni anni fa questa regola si mascherava con grande facilità dietro aggettivi luccicanti di belle speranze: sviluppo, progresso, innovazione. Bhopal, anni '70. La Union Carbide decide di investire in una grande fabbrica di pesticidi, situata nel cuore dell'India. Una produzione che avrebbe trovato un mercato importante, un sogno imprenditoriale dove sembrava fosse già impresso il sigillo di garanzia. Un poster dell'epoca ritraeva una divina mano che, con profondo amore paterno, aiutava i poveri contadini nella difficile impresa di uscire dalla povertà. Sembrava che in città fosse arrivato uno di quei carretti dove l'affabile venditore propone alla folla raccoltasi attorno, un miracoloso elisir dotato di straordinarie vitrù terapeutiche.
"Bastano poche gocce di un unguento miracoloso! Accorrete numerosi, il carretto passa una volta e poi se ne va via per sempre. Verremo a creare uno stabilimento dove troverete lavoro e contribuirete voi stessi a produrre questa magica pozione. Di cosa si tratta? Ma è semplice! Un insetticida efficacissimo per le vostre colture. Non ci saranno più infestazioni di parassiti e altri orribili animaletti. Le vostre piante cresceranno rigogliose e sane. Frutti, cibo, e lavoro! Per tutti! Nel cuore della vostra antica città!"
Il carretto dello Zio Sam non aveva nessun rivale. La fabbrica venne costruita.
Il sistema produttivo ha una vita chiara e ben precisa. Il traguardo si chiama profitto. E quando le cose non vanno come dovrebbero, si chiude tutto. Si inizia con lo sfoltimento del personale, si tasta il polso dell'azienda, e se non c'è modo di far tornare a camminare Lazzaro, lo si lascia lì. Una perdita, questo segnava il bilancio della Union Carbide nell'esperimento indiano. E iniziò a cercare di vendere i pezzi di quel mostro coi piedi piantati a migliaia di chilometri dagli uffici del quartier generale di Houston, Texas. Bisognava provvedere alla manutenzione. Qualcuno si sarebbe dovuto occupare di quei pezzi, per evitare che lo sporco e l'incuria portassero altre perdite e danneggiassero l'impianto. E fu proprio per un errore, per una fatalità, che l'inferno risalì sulla terra e avvolse la città nella notte tra il 2 e il 3 Dicembre 1984. Acqua, che reagì con l'isocianato di metile, sviluppando una gigantesca nuvola espulsa dalla torre principale della fabbrica. Non c'era nessuna fiamma a impedirne la fuoriuscita attraverso la combustione. Nel giro di poche ore morirono circa 8.000 persone.
Warren Anderson, presidente della Union Carbide all'epoca dei fatti, vive la pensione negli Hamptons. Ogni volta che a Bhopal si svolge una manifestazione per ricordare gli eventi del 1984, vengono dati alle fiamme uno o più fantocci che lo rappresentano. La Union Carbide non ha mai reso noti tutti i componenti sprigionati dalla fuga della nuvola di gas, impedendo ai medici una efficace e tempestiva individuazione delle cure da sottoporre e dei medicinali da somministrare. Bisognava salvare la segretezza del brevetto, dopotutto.
Il groviglio legale e burocratico ha creato uno stallo, bloccando un'azione efficace per attribuire responsabilità e colpe. Il risarcimento sperato non c'è stato e la terra di Bhopal continua ad essere intossicata. Il numero delle vittime, secondo la stime di quei giorni, è di 20.000 persone. A cui si aggiungono un numero impressionante di uomini,donne e bambini che ancora oggi risentono degli effetti della catastrofe. Mezzo milione di persone.
E' di pochi giorni fa la notizia che la Dow Chemical, la società che ha acquisito la Union Carbide, sarà uno dei tanti sponsor per le Olimpiadi di Londra del 2012. L'India non vuole accettare questo ulteriore schiaffo, presagendo il gusto amaro dell'ennesima beffa. Probabilmente una parte degli atleti indiani rinuncerà a partecipare alle gare, con sommo stupore dell'organizzazione che ha dichiarato che "l'acquisizione avvenne anni dopo dall'incidente e non si può riscontrare una diretta responsabilità con quello che è accaduto." In più il caso è stato definitivamente archiviato quando nel 1998 lo stato del Madhya Pradesh si è assunto la piena responsabilità dell'incidente, sperando di sollecitare la necessaria collaborazione dei partner statunitensi. Ma niente di tutto questo è avvenuto. L'impianto è ancora lì. La Union Carbide gestisce il sito www.bhopal.com dove sono riportate documentazioni e cronologie dettagliate per un processo di discolpa che fa venire i brividi. Non sono presenti foto.
"Whether they are adding strength to stretch wrap, or smoothness to paint, removing static from laundry or simply making a teddy bear more cuddly, the products of Union Carbide make great chemistry a part of daily life."
Alessio MacFlynn
(Il primo paragrafo è un riadattamento di A Hard Rain's A-Gonna Fall di Bob Dylan.)
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