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Ultima, di Carlo Vicenzi (ovvero: quasi un Ritorno a Ravnica)

Creato il 10 maggio 2014 da Joeundfreida @JoeUndFreida

Lei si voltò con un sorriso. «Manca poco al coprifuoco del quartiere. I Grigi sono corruttibili, ma i membri delle ronde notturne no. Cerchiamo di sbrigarci.»

Tra le molte mancanze di Madame si annovera quella di non sapere praticamente una sega di Steampunk. Un po’ lo fa la pigrizia, un po’ il fatto che, allo stato attuale delle cose, non ho nemmeno lontanamente la competenza necessaria per distinguere un’ambientazione Steampunk fatta bene da una fatta male.

Aggiungete il fatto che il funzionamento delle macchine non solo spesso trascende la mia comprensione ma non genera in me nemmeno il più pallido interesse, e capirete bene perché io mi appresti a giudicare l’anteprima di Ultima da un punto di vista prettamente e meramente stilistico. È possibile che Ultima sia piena di scempiaggini per tutte le sue 342 pagine, ma io non sono assolutamente in grado di individuarle e, perciò, partirò da una presunzione di innocenza.

Ragni e steampunk: una combinazione che potrebbe uccidere Madame.  Gioiello di Daniel Proulx

Ragni e steampunk: una combinazione che potrebbe uccidere Madame.
Gioiello di Daniel Proulx

Non che in realtà nelle pagine dell’anteprima sia spiegato granchè dell’ambientazione; per via degli eventi che vengono descritti, l’unica informazione pregnante riguardo lo stato di avanzamento tecnologico del mondo narrato da Vicenzi è il fatto che il protagonista, Demetrio, si veda puntare addosso a più riprese delle armi da fuoco. Combinando però il mio scarso amore per la minuziosa disamina dei meccanismi con il fatto che l’assenza di descrizioni approfondite permette l’assenza quasi totale del molesto infodump, non si può dire che questa anteprima mi sia dispiaciuta.

Vicenzi descrive poco, appena il necessario perché il lettore possa immaginarsi la scena a grandi linee riempiendola delle suggestioni tratte da altri film o romanzi di cui ha fruito. Non è tra le mie tecniche narrative preferite, né come lettrice né come scrittrice, e tuttavia devo ammettere di averla trovata sufficientemente efficace e solo minimamente fastidiosa. Il personaggio punto di vista non si perde troppo in considerazioni su come sia costruito o organizzato il mondo attorno a lui, e questo evita quell’effetto straniante che si genera quando la prospettiva del narratore deve distorcersi a vantaggio di un lettore (comprensibilmente) ignorante.

Un'immagine dell'edizione di Magic Return to Ravnica - quella nerd di Madame pensa a queste gilde quando legge delle contrade di Ultima!

Un’immagine dell’edizione di Magic Return to Ravnica – quella nerd di Madame pensa a queste gilde quando legge delle contrade di Ultima!

Per contro, pur non descrivendo nel dettaglio quasi nulla, Vicenzi sottolinea quasi ossessivamente i colori, e non solo per quanto riguarda gli stemmi delle Contrade, ma anche nell’identificare i personaggi. Si tratta, ancora una volta, di qualcosa che normalmente non apprezzo, e che tuttavia in questo caso ho trovato rendesse bene il rapporto conflittuale tra il protagonista narrante e il sistema di governo delle Contrade. Se aggiungiamo che Demetrio viene condannato ad essere un Senza Contrada, privo d’appartenenza e perciò reietto – e naturalmente si tratta della pena più severa in assoluto – l’ossessione per i colori assume ulteriore senso.

E sì, quello di appena qualche riga fa potrebbe sembrare uno spoiler, ma non lo è affatto; la condanna di Demetrio e circa millanta altre cose accadono tutte nella trentina di pagine che compongono l’anteprima gratuita. Ancora una volta, una medaglia che ha il suo rovescio positivo e quello negativo. Se infatti da un lato la storia procede spedita e ad ogni pagina voltata le cose potrebbero cambiare sotto il naso, per contro questo è possibile solo sacrificando molti passaggi che avrebbero meritato parecchie righe in più.

Vicenzi narra i combattimenti dei suoi personaggi in maniera godibile, seguendo le mosse quasi una per una, senza risultare pedante ma riuscendo a farsi comprendere anche da chi in realtà di combattimenti ne sa poco. Poi, però, accenna solo di sfuggita alle conseguenze delle ferite (ad esempio, la convalescenza di Demetrio dopo il pestaggio delle guardie), nominando di sfuggita i punti che tirano e i tagli infetti. Capisco che possa essere stato fatto con l’intento di non lanciarsi in inutili patetismi, ma è troppo chiedere un po’ più di umana sofferenza, carne macilenta, pus e cicatrici?

Clicca sull’icona per leggere l’anteprima gratuita di Ultima – città delle contrade su Google Play:

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Madame Freida


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