Ultimate Thor di Brian Hitch
Come era facilmente ipotizzabile la trama del maxi-evento intitolato Death of a Spider-Man è servita da pretesto per rilanciare l'universo Ultimate, decisamente in crisi di ossigeno dopo il mezzo passo falso del rilancio post-ultimatum. L'impegno altalenante di Jeph Loeb (che in un paio di anni, complice la lentezza dei disegnatori incaricati dei progetti, Arthur Adams e Frank Cho, è riuscito a produrre solo una manciata di episodi di Ultimate Comics X e Ultimate Comics New Ultimates) e l'abbandono di Mark Millar hanno spinto i vertici della Marvel a rivedere l'impianto narrativo del suo universo più giovane, rivitalizzandolo e rilanciandolo a pochi anni di distanza dal precedente restyling.
Tom Brevoort, Senior Vice-President della Marvel, è intervenuto su Comic Book Resources, nella consueta chiacchierata settimanale Talk to the hat, per spiegare il senso che ha oggi, a dieci anni di distanza dalla sua creazione, l'universo Ultimate e i motivi dell'attuale rilancio.
"C'è sicuramente una differenza tra ciò che attualmente è e rappresenta l'Universo Ultimate è ciò che è stato e rappresentava dieci anni fa. L'universo Ultimate attuale è il risultato del suo stesso successo. Quando l'universo Ultimate fu concepito, rispondeva alla nostra esigenza di creare un universo narrativo che potesse rappresentare un punto di ingresso ideale per nuovi lettori; la nostra intenzione era quella di far familiarizzare i nuovi lettori, più che con il nostro universo classico, con i nostri personaggi (anche se spero che l'aver conosciuto i personaggi possa aver funzionato da trampolino di lancio anche per l'universo Marvel classico).
Tutte le serie e i personaggi della divisione ultimate avrebbero dovuto avere una continuity poco intricata proprio per renderne più agevole la lettura. [...] Adesso, dopo dieci anni di pubblicazioni, intorno a quelle prime serie è nato un universo narrativo. E volete sapere una cosa? Si è sviluppato nello stesso modo, e con la stessa complessità, del classico universo Marvel. E' impossibile conservare una serie, o un universo, perennemente ad un entry-level, soprattutto se ti occupi di fiction seriale. Se ti occupi di storie autoconclusive, storie che hanno un inizio, uno svolgimento e una fine, puoi andare avanti all'infinito. Ma questo non è il metodo di lavoro della Marvel. I nostri personaggi sono caratterizzati da una continua evoluzione, le avventure passate fungono da base per quelle presenti.
La seconda cosa che è accaduta è che gli autori che hanno iniziato a lavorare sull'universo Ultimate sono poi passati anche su titoli di quello classico, mentre altri ne sono stati influenzati quando hanno cominciato a lavorare per la Marvel. L'Universo Marvel, quindi, ha iniziato a raccogliere gli elementi migliori di ciò che veniva fatto in quello Ultimate proprio nello stesso modo in cui quello Ultimate aveva fatto attingendo da 45 anni di storie. [...] A un certo punto, viene spontaneo chiedersi "Qual è la differenza?". Avremmo potuto pensare a una nuova ripartenza da zero ma A) sarebbe stata una avventura molto rischiosa e B) non credo che sarebbe risultata interessante; già mi immagino: "Ehi! Ecco 'Ultimate Comics Spider-Man' # 1 ... di nuovo!". Quelle storie hanno solo dieci anni, e sono state continuamente ristampate.
Abbiamo, quindi, deciso di percorrere una strada diversa, puntando sull'autonomia dell'universo ultimate e limitando la produzione a sole tre o quattro testate. [...] Uno dei vantaggi reali che aveva una serie come "The Ultimates" consisteva anche nel fatto che non c'era nessuna altra collana dedicata ai protagonisti della serie, non c'era un Ultimate Thor nè nessun Ultimate Cap. Mark [Millar] e Brian [Hitch] dunque avevano più libertà di lavorare con i personaggi senza scontentare lo scrittore della collana regolare di uno degli eroi.
Il fatto che l'Universo Ultimate sia abbastanza piccolo e affidato a un numero esiguo di sceneggiatori lo rende più facile da gestire. Si possono narrare storie in grado di sconvolgere l'intera divisione senza dover sconvolgere i programmi editoriali di 60 testate. Ci auguriamo di poter sperimentare nuove e impensabili direzioni narrative che non sarebbe possibile affrontare sulle serie dell'universo marvel classico. Dovrebbe uscirne un prodotto interessante. Staremo a vedere."
Quali saranno, dunque, le nuove collane e i nuovi autori sui quali punterà la Marvel? Presto detto! Oltre all'ormai solito Brian Michael Bendis, la casa delle idee ha affidato ai due dei suoi astri nascenti, Jonathan Hickman e Nick Spencer, il rilancio della sua divisione ultimate. Ma vediamo nel dettaglio quali saranno le nuove collane.
Ultimate Hawkeye copertina di Adam Kubert
- Ultimate X-Men di Nick Spencer e Paco Medina. La squadra sarà composta da Kitty Pride, Iceman, Johnny Storm, Colosso, Malicia e Jimmy Hudson, il figlio di Wolverine. La collana debutterà subito dopo la conclusione del primo arco narrativo di Ultimate Comics X. Ultimate Comics X-Men esplorerà anche le conseguenze delle rivelazioni inerenti la creazione della razza mutante durante la seconda guerra mondiale, creazione narrata sulla miniserie Ultimate: Origins. Il primo numero uscirà a settembre 2011.
- Ultimate Comics Hawkeye sarà una miniserie di quattro numeri realizzata da Jonathan Hickman e disegnata da Rafa Sandoval. La storia sarà ambientata nel presente ma ripercorrerà il passato di Clint Barton, rivelandoci cosa faceva prima di arruolarsi nello Shield.
- Ultimates scritta da Jonathan Hickman e disegnata da Esad Ribic. La squadra che agisce ai comandi dello Shield sarà composta da Nick Fury, Thor, Iron Man, Hulk, Spider-Woman e altri membri misteriosi.
- Ultimate Spider-Man di Brian Bendis e Sara Pichelli. La nuova collana dell'uomo ragno dovrà rispondere a un interrogativo inquietante: chi si nasconde dietro la maschera?
il nuovo Ultimate Spider-Man