La tenda si sposta. La luce si abbassa. L’aria si fa fresca. Una linea del tempo ci catalizza.
È un ingresso particolare quello di Giotto, l’Italia. ed è preludio di una mostra la cui grandezza non si comprende a pieno prima di varcarne la soglia. Complice la penombra, quasi a sorpresa, ci si ritrova a tu per tu con la storia: poco più di una decina le opere esposte ma tutte d’inestimabile valore e rara magnificenza. Sono eccezionali e sono gli istinti a ricordarcelo. Hanno segnato secoli di arte e anche questo particolare ce lo rammenta un impulso che emerge dal profondo. Sono da non perdere, negli ultimi mesi lo abbiamo sentito un numero infinito di volte, e i motivi sono più di uno.
Nonostante si debba fare un bel balzo indietro nei secoli, dobbiamo tornare alla fine del 1200, i capolavori esposti ci fanno trattenere il fiato, spalancare gli occhi e commuovere. Raramente si era vista tanta ricchezza entro le medesime stanze. E poco importa se siete grandi o piccoli estimatori di arte antica, se siete italiani o turisti di terre lontane, se conoscete la pittura trecentesca o non avete idea di cosa sia, all’interno dello spazio espositivo verrete tutti egualmente rapiti. L’importante è che siate curiosi e amiate il bello perché di bellezza, ancora per una manciata di ore, a Palazzo Reale ce n’è davvero in abbondanza.
In un percorso non lungo ma intenso, sono state riunite quattordici opere mai una al fianco dell’altra a Milano. Sono arrivati gioielli da Firenze, Roma, Città del Vaticano, Bologna e Padova, ossia dai luoghi che hanno segnato la produzione del grande maestro. Per lo più polittici su tavola (tra cui spicca il polittico Baroncelli), ma anche affreschi e frammenti per la prima volta fuori dalla propria sede. In primo piano vi sono Santi, Madonne e Vescovi con le loro storie che potete scoprire, grazie alle fidate (audio)guide, durante un viaggio davvero senza precedenti, in grado di stupire pure gli scettici.
L’evento, inaugurato lo scorso 2 settembre nella cornice di EXPO in Città, volge oggi al termine. Alle 21.30 l’ultimo fortunato potrà accedere alle sale e alle 22.30 calerà il sipario. La coda all’ingresso non deve scoraggiare. Siate pazienti, non perdete la speranza. Tanta attesa sarà ripagata. Giotto è unico, le sue figure spesso non vi perderanno di vista e la luce fioca vi farà sentire sospesi nell’aria e nel tempo, quasi fosse un sogno. E noi amano sognare.
Vissia Menza
n.d.r. a questo link tutte le informazioni www.mostragiottoitalia.it
Polittico di Santa Reparata, Annunciazione, particolare dal verso – 1310 ca (?)
tempera e oro su tavola dalla cattedrale di Santa Maria del Fiore (Firenze)
Firenze, Opera di Santa Maria del Fiore Opera di Santa Maria del Fiore; Arcidiocesi di Firenze; Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze/Damien Cerutti