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Ultimi morsi di mela

Da Marcoemaia

Gli ultimi giorni. La nostra avventura sta per terminare in un caos di valigie da finire, mobili da pulire e cose da vedere. Lasciare New York e mettere un punto al nostro semestre sabbatico è molto strano. Vorrei usare un aggettivo più preciso ma non ci riesco. Qui, Marco e io vorremo goderci di più questi momenti. Vorremmo restare. Abbiamo costruito amicizie. Ci siamo affezionati ad alcuni posti. Abbiamo maturato nuove abitudini. Amiamo la città e qui ci sentiamo a casa. Però è ora di tornare in Italia. Sei mesi sono, come da clichè, volati e, in questi ultimi giorni, stiamo in un limbo dove tutto è triste e stupendo allo stesso tempo. Noi abbiamo provato e proviamo ad affrontare la nostra ultima settimana in questo modo. Sperando che i nostri consigli siano utili a coloro che stanno per partire o che ancora continuano le loro avventure qui a New York.

Ultimi morsi di mela

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Come affrontare gli ultimi giorni di un lungo periodo a New York.

1) Facciamo le valigie. D’accordo, è ovvio. Ma, se da un lato, ogni oggetto comprato in questi mesi e riposto in valigia ci fa cadere nel mare dei ricordi, dall’altro, far entrare nei bagagli tutto ciò che abbiamo comprato grazie al cambio favorevole, è un’impresa degna di un fisico! Se lo spazio non è mai abbastanza, andate da Macy’s: troverete valigie carine e molto molto economiche. Un set da 5 valigie (trolley, borsone su ruote, trolley a misura bagaglio a mano, borsa e trousse) a 89,99 dollari. Da Kmart le trovate a 10 dollari in meno e in differenti combinazioni. Se siete in più d’uno ad avere bisogno di una valigia è vantaggioso. Le valigie singole costano in torno ai 50 dollari.

2) Puliamo casa. Ci è parso che gli standard di pulizia americani siano molto inferiori ai nostri. Quindi se lasciassimo ora l’appartamento, il nostro super Wilson (il supervisore) lo troverebbe a posto. Ma comunque, io preferisco che ogni cosa sia davvero pulita e in ordine. Quindi, un modo per non pensare agli ultimi giorni è darci giù di sgrassatore e spugna pulendo bagno, cucina, frigo, forno a microonde, passando l’aspirapolvere dietro letto e divano e spolverando davanzali, televisore e comò.

3) Manteniamo le nostre abitudini. Lavare alla maniera americana, alla laundry, con gettoni e asciugatrice, per l’ultima volta, è un modo carino per dire “ciao-ciao” a una nuova abitudine che avevamo preso qui. Ma anche fare un ultimo brunch (che da noi non usa tanto), comprare il latte in farmacia quando lo si ha finito, prendere la metro, contare i topi che corrono sui binari quando si aspetta il treno, prendere il gelato dal camioncino all’angolo, attraversare col bianco invece che col verde, camminare sempre velocissimi anche se non si ha nessuna fretta, sono ottimi modi di sentirsi, ancora per qualche ora, newyorkesi.

4) Salutiamo gli amici. Questa è la parte più triste. Ma se ci mettete in mezzo cene, picnic sul fiume, risate e tante tante birre, andrà tutto alla grande! Ricordatevi di superare l’imbarazzo del momento foto e… scattate a più non posso!

5) Camminiamo. Abbiamo fatto voto di andare dalla 77th, a Central Park, dalla statua di Alice nel paese delle meraviglie, fino a casa (sulla 13th) a piedi. E’ stato massacrante. E’ stato sotto un diluvio torrenziale. E’ stato contro tutti i semafori sempre rossi. E’ stato contro un vento gelido. E’ stato contro l’ombrello pieghevole che si è rotto. Ma ce l’abbiamo fatta. Camminare da un punto lontano e simbolico fino a casa vostra permette in una volta sola, se programmate bene il giro, di salutare un sacco di posti (nel nostro caso: Central Park, Plaza Hotel, Fifth Ave, Rockfeller Plaza, Empire, Library, Flatiron, Union Square).

6) Mangiamo nei nostri ristoranti/bar preferiti. Un classico per una mangiona come me. Sono gli ultimi morsi che posso dare a certi hamburger e a certi brownie. Tanto vale approfittarne in barba alla linea.

7) Proviamo posti nuovi. New York offre talmente tanto dal punto di vista gastronomico che saremmo pazzi a fare degli ultimi giorni un semplice “progetto nostalgia”. Tanto vale costruire anche nuovi ricordi.

8)
Andiamo nei luoghi del cuore. Un po’ come per il cibo, solo che in questo caso ci concediamo passeggiate nei quartieri o nei musei che ci sono piaciuti di più. Venerdì siamo tornati alla Morgan Library. E siamo già stati a salutare Williamsburg, Bococa, Times Square, Greenwich Village, Lower East Side e Central Park.

9) Proviamo cose nuove. Di nuovo, tanto vale approfittare, se si ha tempo, per fare cose che non si erano mai fatte prima, come distruggersi la schiena sul Cyclone, salire sul Top of the Rock, viaggiare sul battello gratuito East River Ferry e passare sotto a tutti i ponti di New York in una botta sola, andare in gita nel New Jersey a Hoboken per vedere i grattacieli dall’altro lato.

10) Facciamo ancora shopping. Cacchio qua è ci sono cose talmente economiche che pare di pagarle coi soldi del Monopoli. Converse All Star a 39 dollari quando da noi costano 65 euro! Levi’s a 49 dollari quando da noi stanno a più di 100 euro! Per non parlare di H&M e dei trucchi che potete acquistare anche in un semplice Duane Reade per pochissimi dollari (e parliamo di buone marche come Maybelline). E poi ci sono i brand local che costano poco: io vi consiglio Brooklyn Industries o Urban Outfitters. E pure i marchi famosi sono convenienti: gli appassionati è bene che facciano un salto da Ralph Lauren, Tommy o Abercrombie and Fitch che qua sono proprio vantaggiosi.



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