Fra le centinaie di stanze e i piazzali (chowck) che hanno visto, da almeno 800 anni, una trafila di massacri, golpe, amori, matrimoni e incoronazioni fino ai tempi più recenti, del Nepal è stato scoperto il tesoro: 7 Kg d’oro e 70 d’argento, che presto verrà esposto. Fuori, a guardia dell’entrata colorata, vigila Hanuman (l’uomo-scimmia) che combatté con Vishnu per sconfiggere i demoni di Lanka (forse gli antichi dravidici, originari abitanti dell’India spinti a sud dall’invasione degli Arii). Vishnu e i suoi Avatar erano i protettori dei Malla regnanti intorno al 1670 (data iscritta nella stuatua).
Questo avvenimento mi ha fatto tornare in mente, il Nepal di qualche decennio fa quando sui giornali si leggeva di immagini miracolose trovate in qualche tempio, di Makara d’oro scesi dal cielo, di streghe, elefanti selvaggi, re e regine e altre storielle da favola. Come ovunque, oggi tutto ha meno colore.
I giornali parlano delle crisi politica che non si risolve, del bilancio dello stato che non è ancora stato presentato, della corruzione che dilaga fra i membri dell’inconcludente Assemblea Costituente (fa anche rima). Le spese dello stato sono aumentate vertiginosamente per accontentare più clientele possibili, al contrario degli investimenti per progetti produttivi e quindi l’unica cosa che aumenta è l’inflazione (stimata al 14%). Cala il PIL che s’accomoda su un misero 3% (era stimato 4,5%) che non assicura nessuno sviluppo. Inizia a scarseggiare liquidità con il rischio di una magistrale stagflation, l’unica cosa che aumenta è la spazzatura incontrollata. Niente di nuovo per noi italiani che abbiamo visto il debito dello stato triplicare negli ultimi 20 anni, le tasse aumentare e la produzione (reddito) diminuire. Manca in Nepal come in altri parti del mondo la classe dirigente e in Nepal manca anche il concetto, oggi in voga in Italia, che gli appartenenti al sistema devono unirsi per mantenere i privilegi e il potere ed evitare di finire come in Egitto o in Libia.
I vecchi, qui, non seduti sulle panchine dei parchi (non ce ne sono) ma sui gradini dei templi che proteggono il vecchio Palazzo reale di Hanuman Dhoka , parlano un po’ male dei tibetani randellati per impedirgli di festeggiare il compleanno del Dalai Lama, dei cinesi protetti per i soldi, dei maoisti che si picchiano fra loro (meglio così invece di picchiare gli altri) e del vecchio Nepal dei chapal (infradito) e dei vestiti a pigiama arricchiti da consunti gilet. Tutto un po’ estraneo ed irriso dai giovanotti con ai piedi scarpe da tennis che sembrano scatoloni.
Che tempi hanno vissuto questi vecchietti rugosi. Il potere non era tangibile ma quasi divino, la ricchezza non si vedeva ma era nascosta in pochi palazzi, c’era la libertà di fare quello che si voleva se non si disturbavano troppo i manovratori. Oggi si vota, il potere è fatto da gente, apparentemente comune, ma se mancano i soldi la libertà scompare.